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Il SISA al governo: “aiutate gli studenti durante la pandemia”

L’attuale crisi sanitaria ha obbligato la Svizzera ad attuare dei cambiamenti importanti per tutelare la popolazione. A causa del COVID-19 gli equilibri abituali sono stati stravolti, la vita di tutti i giorni si è trasformata a causa delle nuove limitazioni e della chiusura temporanea di diversi settori, tra i quali anche quello scolastico. Queste soluzioni volte alla tutela della salute pubblica e dei cittadini hanno però creato alcuni problemi nel mondo studentesco.

In linea generale, non crediamo possibile né sostenibile continuare a “fare scuola” a distanza come se nulla fosse avvenuto: ricordiamo che non tutte le famiglie hanno gli stessi mezzi (computer, stampanti, ecc.) né lo stesso tempo da dedicare all’educazione dei figli (molti genitori sono impegnati dal telelavoro). Mantenendo un elevato carico di studio, si rischia quindi di acutizzare le diseguaglianze formative tra gli allievi di diversa origine sociale, oltre ad amplificare fenomeni di ansia, stress e disagio che già si stanno manifestando a causa del confinamento in casa.

Nel grado post-obbligatorio, l’anno scolastico verrà portato a termine ma, non potendosi più recare fisicamente negli istituti gli studenti devono confrontarsi con il nuovo sistema di insegnamento telematico, che potrebbe ostacolare il successo scolastico degli studenti già in difficoltà portandoli alla bocciatura. La chiusura di diversi settori non essenziali, così come la saggia decisione di lasciare gli stagisti e gli apprendisti nel proprio domicilio, comportano per diversi studenti delle CPC, come della SSPSS, SSP e altre scuole d’insegnamento duale, l’impossibilità di svolgere normalmente la propria formazione pratica e causano dunque diversi disagi e perturbamenti per l’ottenimento dell’attestato professionale.

Tutti gli istituti del grado terziario (università, politecnici, SUP, ecc.) sono stati chiusi: a causa di ciò gli studenti non beneficeranno delle lezioni solitamente offerte nella seconda metà dell’anno nonostante abbiano già versato la retta semestrale. Oltre a ciò, l’impossibilità di frequentare biblioteche, laboratori, uffici, ecc. impedisce agli studenti di svolgere le ricerche necessarie ad esempio alla redazione delle proprie tesi di laurea, costringendoli verosimilmente a prolungare di uno o più semestri la propria iscrizione agli atenei.

Si ricorda inoltre che ben ¾ degli studenti universitari lavorano part-time a margine dello studio perché non dispongono di una borsa di studio o il valore di quest’ultima non è sufficiente per far fronte alle spese (quali affitto, cassa malati, cibo, ecc.). A causa della cessazione di tutte le attività non essenziali questi studenti non possono più far fronte autonomamente alle proprie spese (rimaste comunque invariate) e rischiano di trovarsi in serie difficoltà economiche.

Infine, ricordiamo come la maggior parte degli studenti utilizzi i mezzi pubblici per recarsi agli istituti scolastici e si ritrovi ora ad aver acquistato dei titoli di trasporto validi per tutto l’anno senza però poterne beneficiare.

In ragione della particolare situazione appena descritta, il Comitato Centrale del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) rivendica:

  • Il rallentamento dei ritmi scolastici e la sospensione delle attività di valutazione per tutta la durata dell’emergenza sanitaria (così come già stabilito da vari cantoni romandi);
  • La sospensione del limite delle bocciature nelle scuole post-obbligatorie: l’insegnamento distanza può avere un impatto negativo sui risultati di chi è più in difficoltà;
  • La deroga alla regola del “double échec” nelle scuole universitarie e l’aumento provvisorio dei tentativi per l’ottenimento dell’attestato di maturità e per i cosiddetti esami “paletto” nelle SUP (le autorità cantonali facciano pressione su quelle federali per modificare d’urgenza l’ordinanza in materia!);
  • Il riconoscimento facilitato degli esami pratici e degli stage: si garantisca la possibilità di svolgere l’esame pratico anche senza aver concluso l’intero periodo di stage;
  • L’organizzazione a fine estate di una sessione di recupero per gli esami in tutti gli ordini di scuola del settore post-obbligatorio (sia nel grado secondario superiore che nel grado terziario), laddove questa non fosse già prevista;
  • Qualora la situazione sanitaria non dovesse permettere il normale svolgimento degli esami per l’ottenimento degli attestati di maturità, sia professionale che liceale, si preveda il rilascio d’ufficio degli stessi. A livello universitario, si valutino invece dei metodi alternativi per la validazione dei corsi qualora non fosse possibile sostenere gli esami in programma a fine semestre.
  • L’introduzione di sussidi mirati per chi beneficia di una borsa di studio ridotta o per chi non ne riceve una, in modo da sostenere gli studenti e le famiglie in difficoltà;
  • L’esenzione dall’obbligo di pagamento degli affitti degli alloggi universitari;
  • Il rimborso di tutti gli abbonamenti per i trasporti pubblici (Arcobaleno, Seven25, ecc.);
  • La restituzione delle rette universitarie e di tutte le scuole post-obbligatorie.

Gli studenti non paghino per una situazione di cui non sono responsabili!

Rudi Alves

Rudi Alves, classe 1998, è coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA). E' attivo anche nell'Associazione in difesa del servizio pubblico del Canton Ticino.