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Caro Coronavirus…

Caro Coronavirus,Non ci conosciamo di persona e non me ne vorrai se spero vivamente che ciò non accada. Sono in molti questi giorni, me compreso, da ogni angolo del globo, a maledirti, ad accusarti e condannarti per i disastri che stai causando.

Eppure, sarei ingrato e disonesto a non cogliere l’occasione, con una vena di amarezza, per ringraziarti:Stai rivelando al mondo l’importanza di uno Stato forte, che disponga delle risorse finanziarie, della capacità e del know-how fondamentali a implementare misure pianificatorie anche drastiche e sicuramente fastidiose, ma necessarie per i contenimenti di una crisi e la ripresa di un paese e della risoluzione con cui un governo debba mettere in atto “un approccio coraggioso e gli sforzi più ambiziosi, agili e aggressivi della storia di fronte a un virus sconosciuto” (parole dell’OMS, non del sottoscritto, nei confronti delle misure cinesi).

Stai dimostrando come la sanità privata anteponga imperterrita la logica del profitto alla salute sabotando senza ritegno la strategia sanitaria del nostro paese per trattenere i guadagni dei tamponi.

Stai evidenziando come decenni di tagli alla spesa e alla sanità pubblica possano portare al collasso le strutture non appena vi è un incremento della necessità.Ci stai mostrando l’evidenza dell’insostenibilità di un tessuto produttivo fondato sull’importazione di manodopera a basso costo.

Stai palesando l’ipocrisia di chi per decenni ha propugnato lo smantellamento dello stato sociale, ha portato avanti la causa delle privatizzazioni, ha accusato l’ingerenza dello stato nell’economia con mille lacci e catene e lodato invece la capacità di una misteriosa mano invisibile di regolare tutto da sé e oggi invece si affanna a gridare alla miseria e a battere cassa allo Stato.

Hai dimostrato come in fondo la paura e il bisogno di sicurezza davanti al pericolo siano insiti nell’essere umano e che colpiscono indistintamente tanto il migrante che fugge, in genere, dalla miseria assoluta o dalle bombe quanto l’italiano che teme la quarantena.

Ci stai avvertendo che decenni di politiche improntate sull’individuo piuttosto che il collettivo ci hanno a poco a poco sottratto quel senso di appartenenza a una comunità e il venire a meno dei doveri di responsabilità e solidarietà che questo comporta.

Stai palesando l’arroganza e le priorità del nostro benefattore americano; mentre la Cina dona all’Italia migliaia di mascherine, l’impero statunitense spedisce 20’000 soldati su suolo europeo per esercitazioni militari.

Non so per quanto ancora ci toccherà convivere con te e quanti altri limiti, difetti e contraddizioni scoperchierai nelle prossime settimane. Spero però che in mezzo a tutto questo farai anche emergere il nostro assopito senso di collettività e fratellanza, e che tu possa infine, fra le macerie, contribuire alla tenacia dell’essere umano, in grado di partorire, fra innumerevoli errori e tragedie, anche tenacia e conquiste inimmaginabili e che al termine possa anche ringraziarti per il tuo contributo alla nascita e sviluppo di una società più sensibile e solidale.

Alberto Togni

Alberto Togni (1994) è membro della Direzione del Partito Comunista (Svizzera) e consigliere comunale a Gordola. In passato ha ricoperto ruoli nel Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).