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Una storia di lotta per il lavoro e il progresso

Nel primo anniversario della scomparsa di Bill Arigoni un portale di informazione ticinese mi chiese, in qualità di segretario politico del Partito Comunista, di tracciare un ricordo di colui che dal 1988 al 1991 era stato granconsigliere per il nostro Partito, che allora ancora si chiamava Partito del Lavoro (PdL). Oggi, che di anni da quel tragico incidente a Magliaso, ne sono passati 10, vorrei ripetere l’esercizio ripercorrendo alcuni passaggi attraverso tre giornali di tre epoche diverse che ricordano altrettanti momenti della vita di Bill: tre momenti di presenza attiva e umile di un esponente di spicco del movimento operaio del nostro Paese.

Nel 1991 “Il Lavoratore”, storico settimanale edito dal PdL, pubblica una lettera collettiva in cui Bill perorava la causa dell’unità della sinistra criticando la situazione in cui versava quello che, tanti anni dopo, divenne anche il mio Partito. Resto convinto – anche se allora io non c’ero – che fra la scelta di Bill e quella di mantenere in vita il PdL e non scioglierlo nell’attuale PS, quest’ultima sia stata la decisione giusta: ma allo stesso tempo riconosco che lo stato di confusione in cui si trovavano i comunisti fra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 non lasciava molte rosee prospettive.

Nel 1997, “Alter Ego”, giornale mensile edito anch’esso dal PdL, affronta la cronaca di una fra le tante storiche lotte che videro Bill protagonista: la battaglia per il posto di lavoro e i diritti sindacali alla Mikron. “Terrorismo padronale” era il titolo dell’articolo che spiega come Bill sia stato licenziato solo per il suo impegno politico e sindacale al fianco di quella classe operaia che in troppi, anche a sinistra, oggi snobbano. Bill ha messo in discussione certamente le scelte concertative di alcuni vertici sindacali, ma metteva in discussione anche le strategie aziendali: “la Svizzera – diceva – deve essere competitiva a livello mondiale, deve saper vendere bene la propria intelligenza. Alla Mikron, invece, è più importante la produzione nelle linee di montaggio, si punta cioè ad un guadagno immediato mettendo in secondo piano lo sviluppo delle nuove proposte tecnologiche”. Un intervento, il suo, anche propositivo, dunque, a favore dello sviluppo economico del Paese.

L’ultimo documento che ho in mano risale al 29 maggio 2009: l’Associazione dei Liberisti aveva organizzato a Lugano una conferenza che sdoganava José Pinera Echenique, già membro della giunta militare del dittatore cileno Augusto Pinochet. Il Partito Comunista non solo ne ha smascherato alla cittadinanza il suo vero volto, ma aveva segnalato la sua presenza su territorio svizzero al Ministero Pubblico della Confederazione in quanto non si escludeva che delle misure repressive del regime di cui aveva fatto parte fino al 1981 possano essere stati coinvolti anche cittadini svizzeri e/o con doppia nazionalità residenti in Cile. La Gioventù Comunista, dal canto suo, si era invece mobilitata sul territorio e aveva lanciato un appello contro la presenza in Ticino di tale personaggio: a rispondere fra i primi fu proprio Bill Arigoni. La sua adesione a quella nostra campagna anti-fascista venne fortemente criticata e Bill fu additato – quasi fosse un demerito – di essere stato deputato per l’allora Partito del Lavoro (PdL). Pochi giorni più tardi, il 9 giugno 2009, si celebrava a Bellinzona il 20° Congresso del Partito Comunista: inaspettatamente Bill ci scrisse un messaggio che a rileggerlo oggi ci si commuove: “Sono orgoglioso e onorato di aver rappresentato per quasi 4 anni in parlamento il vostro Partito”.

Ricordando Bill, siamo orgogliosi e onorati anche noi di questa storia comune di lotta, per il lavoro e il progresso.

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.