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La rivista “Internazionale” mi ha spiegato che non sono di sinistra

Il 17 gennaio la rivista “Internazionale” parla della repubblica Ceca in un articolo scritto dalla croata Sofija Kordić per “Lupiga”, definendolo “un paese senza sinistra”, così recita il titolo e già mi stupisco, essendoci con il 7% alle ultime Europee del 2019 uno dei più solidi e seri partiti comunisti d’Europa, il Partito Comunista di Boemia e Moravia.

Tuttavia già le prime righe: “nella Repubblica Ceca le idee progressiste sono scomparse dal dibattito pubblico. Ma trent’anni dopo la rivoluzione di velluto è arrivata l’ora di tornare a parlare di diritti e giustizia sociale”, mi insospettiscono perché i fatti del 1989 che hanno posto fine al socialismo i diritti li hanno eliminati: casa, scuola, lavoro, salute, cultura, tutela della maternità e degli anziani, tutto è sparito ed è stato privatizzato, la giustizia sociale è morta con la fine della Cecoslovacchia socialista, i soli diritti comparsi oltre a quelli liberisti di licenziare e di precarizzare, sono quelli tutti occidentali delle libertà e dei diritti civili, tuttavia di difficile esercizio per chi ha il piatto vuoto e neppure una aspirina.

Corro così a cercare qualche riga sul Partito Comunista di Boemia e Moravia e i miei sospetti si fanno certezza: “Oggi in Repubblica Ceca la sinistra praticamente non esiste. Il Partito comunista (Ksčm) non può essere definito di sinistra. Non ha preso sufficientemente le distanze dal passato stalinista e sotto molti aspetti e una forza nazionalista, ostile agli immigrati, non democratica e sclerotizzata, non troppo diversa dall’estrema destra. Dal 2018 dà il suo appoggio esterno al governo guidato da Ano, il partito di Babiš.”

Ecco, ho capito, secondo la sinistra liberal, quella che preferisce Obama a Xi Jinping, se sei comunista nel 2020 non puoi più essere considerato di sinistra, la retorica delle contrapposizione tra società chiuse e società aperte, come l’esasperato europeismo, sono diventate le linee di demarcazione di una sinistra totalmente socialdemocratica che è al servizio dell’Occidente e dei suoi interessi multinazionali e speculativi, se vuoi un mondo multipolare e di pace, se critichi la Banca Centrale Europea e la NATO, non sei di sinistra.

Resto stupito, ma che dire, forse non sono di sinistra, certamente sono comunista.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.