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La Resistenza non é finità, partigiani a congresso a Como!

Si è svolto sabato 29, nella frazione di Rebbio, il Congresso dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) della circoscrizione comasca. L’assise è stata presieduta da Antonio Pizzinato, già dirigente del sindacato FIOM, deputato del Partito Comunista Italiano (PCI) prima e del Partito Democratico della Sinistra (PDS) poi, nonché sottosegretario al lavoro nel primo governo Prodi.
Una folta comitiva è giunta anche dal Canton Ticino, tra cui possiamo citare il segretario politico del Partito Comunista ticinese Massimiliano Ay ed il coordinatore della sezione giovanile Aris Della Fontana. Con loro vi era anche Janosch Schnider, coordinatore del Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti (SISA). Da segnalare anche una delegazione della neonata Associazione “SOS Razzismo”, guidata dal coordinatore Pascal Gabutti, la quale in Ticino vuole farsi promotrice di un sentimento antirazzista ed antifascista.
I lavori congressuali sono iniziati al suono di “Bella Ciao”, canzone simbolo delle Resistenza, e hanno visto come momento simbolico principale, la celebrazione della decisione del Presidente della Repubblica di conferire alla partigiana Wilma Conti, presente lungo tutto il pomeriggio e oratrice di grande spessore emotivo, la medaglia di Cavaliere.

Giù le mani dalla Costituzione

La difesa della Costituzione italiana nata dalla resistenza al fascismo ed al nazismo é stato senza dubbio un tema centrale. Un testo costituzionale che in Europa è uno dei più avanzati, segnato senza dubbio da una chiara impostazione democratica di stampo progressista («Lo Stato Italiano é una repubblica fondata sul lavoro»). Ai nostri giorni, purtroppo, nella Penisola, il fenomeno del Berlusconismo é riuscito a degradare, oltre al contesto economico, sociale e politico, anche il livello della vita democratica in generale ed in tal senso si é prodotto un’incredibile tradimento della Costituzione. Chiunque abbia a cuore quella che é stata la lotta per la libertà e la democrazia in contrapposizione al nazifascismo non può restare inerme di fronte al maltrattamento delle idee, in seguito organizzate neli vari articoli costituzionali, che hanno reso questa opposizione una forza non solo militare, ma anche intellettuale, capace di dar vita ad un fronte unito democratico che dal punto di vista politico era intensamente frastagliato. L’ANPI per questo nel suo ampio documento congressuale favorisce il passaggio a un sistema elettorale proporzionale.

Un’italia dissestata

L’Italia del ventunesimo secolo sta tradendo questi ideali, ormai sommersa in un vortice di corruzione politica ed economica, assenza di un’effettiva democraticità in cui possiamo osservare la formazione di un’opinione pubblica che poggia e dipende, per quanto riguarda l’assimilazione delle principali informazioni, da un apparato televisivo e mediatico-comunicativo egemonizzato se non monopolizzato dal governo di centro-destra, guidato dal premier Silvio Berlusconi. Il preciso obiettivo di questo ampio controllo comunicativo sta nello stravolgere strumentalmente quelle che sono delle verità scomode per la classe politica al potere e di conseguenza mantenere quest’ultima in carica.

Il fascismo del passato nelle sue forme attuali

Provoca tuttavia ulteriore timore il diffondersi di un revisionismo storico incentrato principalmente sul periodo della Resistenza che tenta di svendere nuove teorie antistoriche, infagando la figura di tutti quegli uomini che hanno deciso di salire in montagna per lottare assieme agli altri ribelli contro il fascismo che uccideva le aspirazioni di progresso dei lavoratori italiani. In tal senso é sicuramente da far presente come presunti intellettuali cerchino di equiparare la figura dei partigiani con i cosiddetti repubblichini, cioé coloro che difenderono armi alla mano l’ultimo bastione fascista rappresentato dalla Repubblica di Salò. Persone dunque che combattevano per obiettivi sostanzialmente contrapposti: i primi per la democrazia, la libertà e l’unità d’Italia, i secondi per la conservazione di un sistama politico dittatoriale e guerrafondaio. Oltre al becero tentativo di riscrivere e stravolgere la storia che sorprendentemente, ma forse non troppo, viene portato avanti anche a livello di decreti governativi, osserviamo il diffondersi di movimenti politici che, per quanto propongono, sono definibili come neofascisti. La Lega Nord in primis, con le sue sparate razziste e xenofobe, ricorda amaramente il regime ed i fatti relativi al Ventennio. Ci sono inoltre forze minoritarie, che vedono una lenta ascesa, come Forza Nuova, che si richiamano esplicitamente e senza alcun pudore al fascismo e difendono a spada tratta l’operato di Mussolini e degli altri gerarchi, non rispettando di fatto la Costituzione che prevede tra le altre cose pure il divieto di apologia del fascismo. In tal senso molto importanti e significativi sono stati – durante il Congresso dell’ANPI – i molteplici interventi da parte di professori storia, i quali discorrendo quotidianamente con le nuove generazioni sui temi ed i fatti del passato, hanno un ruolo fondamentale nella lotta al revisionismo storico. A proposito di neofascismo, il segretario del Partito Comunista ticinese Massimiliano Ay, nel suo saluto ai compagni italiani, ha ricordato come non si possa in nessun modo tollerare questo tipo di movimenti politici privi di legittimità democratica e anzi si debba cercare in ogni modo di ostacolarli, impedendone anche le dimostrazioni.

Il lavoro e lo studio, l’ANPI si apre

Da ultimo i partigiani e i loro simpatizzanti hanno osservato con preoccupazione la situazione di precarietà lavorativa e scolastica che colpisce la Penisola. La lotta di liberazione contro il tiranno Mussolini doveva garantire ben altro e invece oggi le giovani generazioni hanno di fronte un futuro peggiore rispetto a quello dei loro genitori. La crisi economica mondiale ha senza dubbio contribuito in modo importante a degradare il tessuto socioeconomico della società italiana. Tuttavia una parte di responsabilità é anche da attribuire ad una classe politica che non ha saputo rispondere alle esigenze della popolazione, peggiorandone il livello di vita e di istruzione. Fenomeni come la mobilità della manodopera, l’incertezza legata al posto di lavoro, l’indebitamento, sono ormai all’ordine del giorno e, unitamente all’indebolimento della forza sindacale, non regalano certamente un quadro positivo della realtà italiana. Il caso Fiat é emblematico per rappresentare l’immobilità della politica italiana di fronte alle richeste di giustizia sociale da parte dei lavoratori della ditta torinese, confrontati al dictat spietato di Marchionne. Quest’ultimo, invece di venir ostacolato nelle sue manovre speculative, viene in fin dei conti appoggiato e sostenuto dal Governo di centrodestra. Non sono mancate poi critiche e prese di posizione verso l’ondata di privatizzazioni che da anni colpiscono l’Italia, in tal senso da segnalare l’intervento di un’esponente dell’associazione che in Italia si batte contro il processo di privatizzazione dell’acqua.

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