E’ una intervista curiosa quella apparsa sull’ultimo numero de “Le monde civil”, organo della federazione svizzera del servizio civile: a parlare è infatti un colonnello emerito dell’esercito svizzero, Roger E. Schärer, che ha accettato di rilasciare alcune dichiarazioni importanti al giornale degli obiettori di coscienza.
Dopo essersi presentato come ex-consigliere politico dell’ex-ministro liberale-radicale Johann Schneider-Amman, l’ex-colonnello chiarisce il suo essere favorevole al servizio militare obbligatorio: il suo non è quindi un attacco di un anti-militarista, ma sono considerazioni equilibrate di chi si considera un amico dell’esercito, ma che rispetta il diritto a poter effettuare un servizio civile sostitutivo per chi fa valere motivi di coscienza.
Negli ultimi mesi in Svizzera il dibattito si è infuocato sul sempre più alto numero di giovani coscritti che chiede l’ammissione al servizio civile rifiutando di entrare in caserma. Le autorità militari e la destra borghese vorrebbero limitare drasticamente il diritto all’obiezione alla leva. La sinistra, fra cui il Partito Comunista, ha già fatto sapere di essere pronta al referendum contro ogni inasprimento ai diritti dei civilisti.
Il colonnello in ritiro Schärer, non nascondendo le sue simpatie borghesi, difende però la conquista democratica del 1996, quando si istituì in votazione popolare il servizio civile, evitando che i renitanti alla leva finissero in carcere. “Le pene carcerarie non erano degne di una Svizzera umanitaria” dichiara Schärer, che continua: “la direzione dell’esercito non ha capito i mutamenti della società” accusandola di essere rimasta ferma al palo del “ridotto nazionale”. Continua l’ex-ufficiale: “la minaccia è sostanzialmente cambiata. I bisogni della popolazione in materia di sicurezza anche”!
E poi l’affondo: “l’esercito svizzero non deve essere diretto da carrieristi di seconda categoria, ma dai migliori quadri. L’esercito è ancora uno delle ultime organizzazioni gerarchiche dove un graduato privo di successo professionale può degustare il servizio militare di studenti o di professionisti con una solida formazione”. Insomma se l’ambiente non è attrattivo l’esercito deve prendersela solo con se stesso: “i numerosi scandali sui temi degli armamenti e i comportamenti di certi quadri superiori nuocciono gravemente all’immagine delle forze armate”.
Schärer non fa altro insomma che confermare quanto sosteneva il Partito Comunista a fine 2018 che invitava a “espellere dalle sue fila tutti i fanatici e rivedere completamente il sistema di avanzamento per impedire a persone opportuniste e immature di accedere a posizioni di comando che mettono in pericolo i coscritti” e ancora pochi giorni fa una nuova nota stampa dei comunisti ribadiva: “abbiamo una politica di promozione di ufficiali e sottufficiali presa alquanto alla leggera. Non si guarda alla qualità dei quadri ma si prende ciò che passa il convento!”.
L’ex-ufficiale se la prende infine con i parlamentari di destra che “presentano il servizio civile come un subdolo veleno e lo descrivono come una minaccia interna per la sicurezza della Svizzera”. Tutt’altro: il colonnello emerito è sicuro che in caso di peggioramenti legislativi in questo ambito il referendum vincerà e il dibattito pubblico che si scatenerà impedirà “una discussione seria sui temi importanti della politica di sicurezza”.