Come noto i Cantoni sono tenuti a prelevare un’imposta sull’utile delle persone giuridiche, della quale rimangono però liberi di stabilire l’aliquota. Attualmente, la legge tributaria cantonale sancisce in questo ambito un’imposizione proporzionale del 9%, che non dipende quindi dall’entità dell’utile realizzato. Ad esempio, ciò significa che a due imprese con un utile di 50’000 franchi e, rispettivamente, di 500’000 franchi, verrebbe applicata la medesima aliquota. In questo senso, si presenta un quadro legale che, trattando in modo identico due situazioni ben diverse, non consente di rispondere pienamente ai principi di una fiscalità equa.
Non a caso, sono già diversi i Cantoni che prevedono un’imposta progressiva sull’utile, fra i quali troviamo Argovia, Basilea Campagna, Berna, Soletta, Vallese e Zugo. Senza scordare che, anche livello internazionale, un paradigma analogo è presente in diversi altri paesi. In questi casi l’aliquota prevede sovente due o tre scaglioni, le cui percentuali aumentano appunto al crescere della base imponibile. A titolo esemplificativo, la legge vallesana tassa l’utile fino ai 150’000 franchi al 3%, mentre al 9.5% quello superiore ai 150’00 franchi. Contrariamente a un’imposizione proporzionale, si tratta insomma di un prelievo che tiene conto della diversa capacità economica del contribuente, il tutto a favore di una maggiore giustizia fiscale. Una giustizia fiscale che, se da un lato muove verso una più esigente redistribuzione della ricchezza, necessaria per dare una risposta ai problemi sociali crescenti della popolazione, dall’altro non sarebbe neanche estranea ai bisogni del tessuto delle PMI locali: un’aliquota differenziata, andando a colpire soprattutto gli utili più elevati, per molte potrebbe comportare infatti un sensibile alleggerimento.
Per questi motivi, il nostro Cantone dovrebbe rendere finalmente progressiva l’imposta sull’utile delle persone giuridiche, come proposto peraltro dall’iniziativa parlamentare del deputato del Partito Comunista Massimiliano Ay. Per cominciare a implementare una tale misura, si potrebbero anche soltanto prevedere pochi scaglioni ben ponderati, che mirino a spalmare più equamente il carico fiscale. In controtendenza alla dannosa politica degli sgravi fiscali, nonché all’apparente inerzia della progettualità progressista in campo tributario, ciò andrebbe anche a rilanciare una parola d’ordine della sinistra e non solo: giustizia fiscale, come antidoto alle disuguaglianze.