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Il Canada cede all’industria bellica: previsto un netto aumento delle spese militari

Di fronte alla proposta del governo liberale canadese di aumentare del 70% il budget militare del Canada nel corso dei prossimi dieci anni, il Partito Comunista del Canada/marxista-leninista (PCC/ML) – una formazione della sinistra rivoluzionaria che sta avendo una crescita fra i giovani universitari e in alcune realtà operaie – ha iniziato una campagna massiccia contro la “nuova politica di difesa” annunciata dal premier Justin Trudeau lo scorso 7 giugno. Si tratta di una politica che non risponde ai bisogni nazionali canadesi, ma solo alle esigenze degli imperialisti statunitensi che pretendono che i paesi membri della NATO continuino ad aumentare le loro spese militari. Il Canada sta inoltre incrementando il numero di soldati, intende comprare nuovi aerei da combattimento e sta procedendo a una militarizzazione dell’Artico.

Il PCC/ML spiega che i soldati canadesi saranno sempre più impiegati in missioni di guerra al servizio della NATO e dunque di Washington. Si tratta, insomma, di un “colpo di stato” per conto dell’industria degli armamenti! Il Partito Liberale, considerato persino di “centro-sinistra”, vuole infatti risolvere le difficoltà economiche dell’élite canadese con la guerra, mandando al fronte i figli dei ceti popolari. I comunisti denunciano inoltre il fatto che il budget dell’esercito canadese venga definito da aziende private: il Ministro della Difesa di Ottawa ha infatti ammesso di essersi lasciato “consigliare” da specialisti del settore e che i preventivi sono stati verificati da cinque uffici contabili privati quali: Ernst & Young, KPMG, FMC, Samson e Raymond Chabot Grant Thornton. Tutte sigle che hanno evidentemente interesse al fatto che il Canada si militarizzi… La politica bellicista del governo canadese produrrà una situazione di ulteriore instabilità nel mondo e di aumento delle minacce terroristiche, fomentate proprie dalle ingerenze di stampo neo-coloniale.

141026-MontrealAntiWar-03cr2Come se non bastasse il Partito Comunista del Canada/Marxista-Leninista ha informato l’opinione pubblica del fatto che le vendite di armi dal Canada agli USA non sono ufficialmente contabilizzate quale “commercio estero”: queste specifiche transazioni non necessitano infatti di permessi, a differenza della vendita di armi dal Canada ad altri paesi terzi. E’ insomma impossibile capire dove inizia effettivamente l’industria canadese della difesa e dove inizi invece l’industria della difesa statunitense.L’incremento di 30 miliardi di dollari di spese militari supplementari annunciate per i prossimi dieci anni andranno a favore dei grandi monopoli degli armamenti e, secondo i comunisti, sono “un’espressione del parassitismo dell’economia canadese e un enorme spreco di ricchezza sociale del nostro Paese”, le cui classi sociali meno abbienti non sono risparmiate dalle politiche di austerità.

I comunisti canadesi rivendicano che sia il popolo canadese, non solo a decidere sui progetti di politica militare del governo, ma in generale che abbia da dire la sua su tutto quanto concerne la pace e la guerra. E invece il governo guidato dal Partito Liberale impedisce la democrazia e autorizza che interessi privati internazionali possano decidere le sorti del proprio stesso Paese, con buona pace di ogni sovranità nazionale e popolare.