L’esercito vuole più soldatesse. Insorgono i comunisti: “la parità non passa dal militarismo!”

La Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP) presieduta dal consigliere di stato Norman Gobbi (Lega dei Ticinesi), su proposta del consigliere federale Guy Parmelin (UDC), ha deciso di obbligare anche le ragazze a partecipare alla cosiddetta “giornata informativa” dell’esercito una volta compiuta la maggiore età, finora destinata solamente ai ragazzi coscritti. La misura entrerà in vigore nel 2020. Non si tratta ancora della leva obbligatoria femminile, ma l’idea comunque non piace al Partito Comunista: “è un primo passo in quella direzione ed è per questo una decisione che condanniamo fermamente!” ha spiegato il segretario politico Massimiliano Ay.

Sul fronte del femminismo borghese invece si è concordi nel ritenere la nuova legge un passo verso maggiore parità fra i sessi: lo conferma Kathrin Bertschy, presidente di “Alliance F” e deputata del Partito Verde-Liberale. Critica sul metodo, ma non cogliendone il vero significato politico, è invece la consigliera nazionale del Partito Socialista Edith Graf-Litscher che ha dichiarato: “si vuole chiaramente introdurre un obbligo annacquato affinché non si debba procedere a una votazione popolare”. Il Partito Comunista invece considera che questa proposta non avrebbe nulla a che vedere con l’emancipazione femminile: “la retorica della parità fra uomo e donna non ci tange” – spiegano i comunisti: “al contrario è una nuova forma di messa sotto tutela della donna nel contesto di una militarizzazione crescente della società. Il governo e la destra hanno per obiettivo quello di procedere a un maggiore controllo sociale sulle nuove generazioni, che oggi avviene anche tramite l’arruolamento forzato e l’indottrinamento nelle caserme”.

Il segretario della CG MPP Alexander Krethlow ha dichiarato: “Vogliamo ottenere l’adesione di più donne per il servizio militare e civile”. Ma anche qui i comunisti insorgono, rimarcando l’incoerenza del governo: “fino a ieri le alte sfere militari hanno protestato per i troppi civilisti, mentre oggi ne vorrebbero avere di più? Nel contempo inserire più donne nell’esercito significa aumentare gli effettivi di un esercito già palesemente sovradimensionato”.

Banner_servizio_civileIl Partito Comunista ribadisce “la necessità di abolire l’obbligatorietà del servizio militare e di liberare energie umane e risorse finanziarie per progetti prioritari inerenti la sicurezza sociale e la risoluzione pacifica dei conflitti”. Oltre a ciò “condanna la faziosità nella giornata informativa tutta incentrata sulla lode di un esercito che per fortuna ha sparato di rado, ma che quando l’ha fatto ha rivolto le armi contro il suo stesso popolo”.  Infine conclude la nota dei comunisti: “se il governo è tanto sensibile alla partita uomo-donna, lasci stare le caserme e inizi a impegnarsi, garantendo la parità salariale delle lavoratrici e a ridurre l’età pensionabile”! che invece aumenterà proprio con la riforma previdenziale che sarà presto sottoposta a referendum.