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La prima “post-verità”: le parole con cui l’imperialismo nomina il mondo

Icona vivente dell’universalismo di facciata, è stato forse il presidente più sopravvalutato di tutta la storia degli Stati Uniti e sicuramente uno che quanto a guerre, destabilizzazione dei paesi altrui e morti sulla coscienza se la gioca con i suoi predecessori.

libro_obamaFallimentare in patria con la sua riforma del sistema sanitario fatta a spese dei ceti medi, è tra le persone più pericolose e più odiate della terra. Ovunque i suoi droni sono arrivati, la gente si tocca o si nasconde al solo pensiero.

Eppure, per il quotidiano della borghesia nazionale costui “ha ispirato il mondo”. Non si tratta di una banale provocazione ma di una falsa coscienza che però è mera menzogna perché è invece quanto mai necessaria e strutturale.

Il “mondo” in queste parole è infatti chiaramente l’unica parte del globo degna di essere considerata civile e cioè l’opinione pubblica occidentale o filo-occidentale di orientamento “moderato”, cioè liberale, e dirittumanista. Esso è quell’unico spazio sacro della libertà che si arroga il diritto di dare i nomi e di erigersi a criterio generale di misura.

Tutto il resto è la barbarie, è l’assenza di civiltà, è il deserto da conquistare o il mare senza legge.

Stefano Azzarà

Stefano G. Azzarà è un ricercatore di Storia della Filosofia presso l’Università di Urbino. Studioso di orientamento hegelo-marxista è autore di numerosi saggi.