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Il movimento islamista di Fetullah Gülen si espande in Svizzera

Sul sito internet del quotidiano svizzero “Neue Zürcher Zeitung” del 18 luglio 2016 è apparso questo interessante articolo di Valerie Zaslawski intitolato “L’avversario di Erdogan mette radici” (leggi), che la redazione di Sinistra.ch ha voluto tradurre in italiano e che inizia con questa sunto: “Il movimento musulmano Gülen propaganda l’istruzione come bene supremo. Anche in Svizzera sorgono scuole private. I suoi affiliati sono oltre a ciò impegnati nel settore della mediazione e in quello dei media”. Nel frattempo Massimiliano Ay, deputato al Granconsiglio del Canton Ticino per il Partito Comunista, ha inoltrato un’interrogazione al governo per conoscere se vi sia una rete gülenista a livello di scuole o di altre organizzazioni anche nella Svizzera Italiana e se occorre monitorare l’attività di tale setta.

L’avversario di Erdogan mette radici

«Non costruite più moschee, costruite scuole!», é lo slogan del padre del movimento educativo islamico, Fethullah Gülen, che parteggia per un islam aperto al mondo. Dallo scorso fine settimana il predicatore è anche il nemico numero uno dello Stato turco: si deve difendere dall’accusa mossa dal presidente Recep Tayyip Erdogan, di essere dietro il tentativo di colpo di Stato.

Migliaia di scuole edificate

Che il numero delle istituzioni fondate nel nostro paese dagli affiliati di Gülen sia aumentato è un dato di fatto. (Foto: Selahattin Sevi / Keystone)
Che il numero delle istituzioni fondate nel nostro paese dagli affiliati di Gülen sia aumentato è un dato di fatto. (Foto: Selahattin Sevi / Keystone)

Nell’insegnamento di Gülen la tematica dell’educazione assume un grosso valore. In quasi tutte le sue prediche e i suoi scritti esorta i suoi discepoli ad acquisire più sapere possibile. Il suo appello trova ascolto in tutto il mondo: i «Fethullahcis», come vengono chiamati i suoi sostenitori, hanno edificato nei decenni scorsi migliaia di scuole. Cominciarono in Turchia, dopo la caduta della Cortina di Ferro si mossero anche nei Balcani, negli ex-Stati sovietici e oggi si sono affermati anche in Europa orientale, Africa e Asia – in circa 140 paesi al mondo.
Fra cui anche la Svizzera, dove un’istruzione più alta deve facilitare l’integrazione.

La scuola privata serale d’ispirazione Gülen situata a Zurigo esercita dal mese di agosto del 2009. Vi vengono istruiti 35 studenti. La maggior parte di loro proviene da un contesto migratorio. È pianificato un ampliamento, ma non è ancora chiaro in quale forma. La fede non ha alcun ruolo durante la vita scolastica, come ha specificato alla domanda il direttore della scuola. Tuttavia l’istituto formativo, che è in gran parte finanziato attraverso le quote degli studenti e i contributi di donatori, si vede confrontato fin dalla sua fondazione con lo scetticismo. Pochi mesi dopo la loro apertura «Beobachter» scriveva: «attraverso una rete non trasparente, discepoli del predicatore islamico conservatore Fethullah Gülen in Svizzera investivano sui bambini dei migranti. Il movimento in sé è conservatore, per quanto il messaggio del predicatore Fethullah Gülen affermi che «noi dobbiamo allevare la gioventù». Gli autori sostenevano di aver scoperto le tracce di una società parallela. Il tenore dell’articolo? qui qualcosa viene sottaciuto!



Però il direttore della scuola nega. I quattro docenti, tutti quanti formati in istituti superiori, si attengono al piano di studi della Divisione della scuola zurighese, che ha rilasciato alla scuola privata le migliori valutazioni. Il piano di studi prescrive anche la materia di religione, e così l’islam viene trattato assieme al cristianesimo, all’ebraismo, all’induismo e al buddhismo. Che i collaboratori si riconoscano come parte del movimento Gülen e che si confrontino intensivamente coi suoi insegnamenti e coi suoi scritti, non può a dire il vero essere escluso. Tuttavia, questo confronto dovrebbe avere luogo quasi esclusivamente nella vita privata.


Iniziativa studentesca

Oltre alla scuola serale erano specialmente gli istituti formativi EKOL a suscitare sempre critiche. Anche in questo caso l’accusa: Gli studenti vengono indottrinati e allevati per diventare islamici conservatori. Il primo istituto formativo EKOL è stato fondato nel 2004 da studenti e si trova a Zurigo, dove col passare degli anni se ne sono aggiunti altri due. Complessivamente in Svizzera sono sorte nel frattempo otto istituzioni del genere, che nel 2010 si sono riunite sotto la federazione «Fokus Gruppo di formazione».

Come scrive lo studioso di scienze sociali Thierry Kaufmann nel suo lavoro di Master, redatto nel 2014 presso l’Università di Zurigo, «gli istituti formativi risalgono all’iniziativa di alcuni volontari, i quali dall’anno 2000 offrivano aiuti gratuiti a scolari provenienti da un contesto migratorio». Kaufmann è l’unico, qui da noi, ad essersi occupato scientificamente del movimento Gülen. 
Anche gli istituti formativi EKOL si finanziano attraverso le quote degli studenti e i contributi di donatori. Sì può dare per scontato che una buona parte delle donazioni vengono effettuate a sfondo religioso, dato che secondo il concetto gülenista di umanità la persona virtuosa deve avere un rapporto con Dio e assumersi una responsabilità sociale. Aiutare il prossimo è il comandamento supremo.

Il movimento ha oggi circa sette milioni di seguaci in tutto il mondo. Anche in Svizzera, dove è attivo da più o meno diciassette anni, non dispone di una chiara struttura organizzativa. Non esiste un’adesione ufficiale e, di conseguenza, quasi nessun dato statistico. È un dato di fatto, però, che le istituzioni fondate dai seguaci di Gülen qui in Svizzera sia aumentato.

Un’idea, nessuna religione

I seguaci di Gülen non sono impegnati soltanto nel settore dell’istruzione, bensì anche in quello dei media e e del lavoro di mediazione. Come dice il giornalista Borhan Bas, in Turchia c’era fino a poco temp fa il quotidiano «Zaman», che nel frattempo è stato espropriato. Bas, che scriveva di attualità politica per la succursale svizzera, ha perso il suo lavoro. Il suo obiettivo era quello di costruire ponti tra la popolazione turca e quella indigena.

Anche Ramzan Özgü, amministratore dell’Istituto di Mediazione, vuole costruire ponti: qui si tratta di un’idea, non di una religione; si tratta di un “Hizmet” – tradotto «un servizio a tutta l’umanità».