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Conte, redivivo eletto d’Eupalla

La sorpresa viene dalle Americhe, il Brasile balbetta un’infinità di azioni sotto la porta peruviana, conclude poco e quasi sempre con tiracci maldestri che si perdono sul fondo. Il Perù invece smanaccia, nel vero senso della parola, un pallone che vola libero a due passi dalla linea di porta auriverde. Finisce uno a zero per gli andini. Dunga e i brasiliani recriminano, con ragione, ma il gioco da loro espresso resta modesto. Il calcio brasileiro è diventato incapace di esprimersi, niente campioni, poche idee, molta saudade, vera e propria tristezza.

Tornando dalla Coppa America all’Europeo, azzardo che sarebbe bella un’amichevole a metà agosto tra le due vincitrici, una specie di mondiale amichevole in una partita unica.

La Spagna non è più quella di un tempo, certo, ma sono soprattutto i ceki a essere cambiati, venti anni fa erano tutta fantasia e gioco d’attacco, capaci di piegare l’Italia di Sacchi a Euro 1996, oggi sono passati nella schiera dei sornioni catenacciari e quasi hanno avuto ragione degli iberici. Solo una rete di Piquè nel finale ha incrinato la muraglia morava. La Svezia è Ibrahimovic, generoso, coraggioso, determinato, un leone più forte degli anni che ne incanutiscono il gioco, il problema è che i suoi compagni sono poca cosa, mentre gli irlandesi son un bel collettivo che corre con ragionata gagliardìa. Il risultato finale di 1 a 1 è coretto, al poderoso destro al volo del trentenne Hoolahan, giocatore della seconda divisione inglese, la sua è una delle realizzazioni più belle fino a questo momento, risponde Ibrahimovic, dopo una sua ennesima e perentoria sgroppata, visto che i palloni non glieli passano, ma se li deve andare a prendere a centrocampo da solo, per segnare però deve farsi aiutare da qualcuno, non trovando svedesi pronti a incornare il suo cross, ecco che si deve accontentare dell’irlandese Clark, difensore generoso quanto sfortunato.

Un allenatore deve trasmettere idee e schemi, ma soprattutto forza, coraggio ed entusiasmo. Devo ammettere, io che ho sempre stimato poco Antonio Conte, che in azzurro, questa volta, c’è riuscito. Negli ultimi mesi la nazionale è apparsa opaca, discontinua, scadente. I selezionati hanno solo aumentato i dubbi, non solo miei. Ma forse ha ragione lui. Questa sera certamente. I blasonati belgi sono stati surclassati dal gioco italiano. Davanti a un elettrico e adrenalinico Buffon tutti concentrati, schierati in difesa, cinque in pianta stabile, De Rossi ha giocato come mediano di copertura e libero aggiunto, forse per questo non serve a quest’Italia un regista della maestria di Jorginho, Parolo e Candreva hanno messo chilometri e polmoni. Solo Giaccherini e Pellé sono imprecisi e non sempre in partita, ma sono loro che siglano la doppia marcatura che fa dell’Italia la sola ad aver vinto con due reti di scarto, insieme alla Germania. Quindi come inevitabile Giaccherini e Pellé diventano eroi. Wilmots aiuta l’Italia togliendo il migliore, Nainggolan, per il necessario Mertens, che invece avrebbe dovuto affiancare il romanista per dare velocità ai belgi e servire un Lukaku comunque lento e in serata negativa, sostituito troppo tardi dallo scoppiettante Origi. Tutta la panchina azzurra è corsa ad abbracciare in campo Giaccherini per il gol, è questo il segno, il più importante, di un gruppo unito. Contro la Svezia occorrerebbe dare spazio a Immobile, portentoso nei suoi pochi minuti, a Insigne, il solo fantasista della spedizione francese, a El Shaarawy, a Bernardeschi, che a destra potrebbe dare molto.

Forse Conte capirà che è necessario dare una opportunità agli uni e un meritato riposo agli altri, forse non lo capirà. Tuttavia, fin che la dea Eupalla gli permetterà di vincere, avrà sempre ragione lui.


Belgio-Italia 0-2
(primo tempo 0-1)
MARCATORI: Giaccherini al 32′ p.t.; Pellè al 47′ s.t.
BELGIO (4-2-3-1): Courtois; Ciman (dal 31′ s.t. Ferreira Carrasco), Alderweireld, Vermaelen, Vertonghen; Witsel, Nainggolan (dal 17′ s.t. Mertens); De Bruyne, Fellaini, Hazard; R. Lukaku (dal 28′ s.t. Origi). (Mignolet, Gillet, Denayer, Kabasele, J. Lukaku, Meunier, Dembelé, Benteke, Batshuayi). All. Wilmots.
ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi (dal 33′ s.t. Thiago Motta), Giaccherini, Darmian (dal 14′ s.t. De Sciglio); Pellè, Eder (dal 31′ s.t. Immobile). (Sirigu, Marchetti, Ogbonna, Florenzi, Sturaro, Bernardeschi, El Shaarawy, Insigne, Zaza). All. Conte
ARBITRO: Clattenburg (Inghilterra)
NOTE: ammoniti Chiellini (I), Eder (I), Bonucci (I), Thiago Motta (I), Vertonghen (B) per gioco scorretto

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.