Pardini contro il reddito di base: “rafforza il capitalismo”!

Il sindacalista Corrado Pardini già al momento del lancio dell’iniziativa popolare aveva messo le mani avanti opponendosi al Reddito di Base Incondizionato (RBI) in un reportage sul settimanale basilese “TagesWoche” (Anno 2 – Numero 41 del 12 ottobre 2012). Secondo lui non solo il RBI non potrà garantire condizioni di lavoro migliori, anzi è una domanda priva di senso se prima non si garantisce il diritto stesso al lavoro. Il sindacalista ne è convinto: il lavoro porta all’integrazione della persona nella società e alla consapevolezza di sé. Peraltro “non si può ridurre la dignità di un uomo al mero reddito” spiega Pardini al “TagesWoche”.

Il rappresentante dei lavoratori guarda anche oltre confine: con l’introduzione dello Smic in Francia oppure con l’arrivo di Hartz-4 in Germania, che sostanzialmente si avvicinano proprio all’idea di un reddito di base garantito, si è visto come chi lo percepisce venga di fatto emarginato dalla società. L’emarginazione non ha certo nulla a che vedere con la parola d’ordine dell’emancipazione dal lavoro salariato che pomposamente affermano alcuni fautori massimalisti del RBI.

Eppure, si potrebbe obiettare, le assicurazioni sociali attuali in qualche modo provocano la medesima emarginazione. Ma Pardini non concorda! La situazione ad esempio con l’assicurazione contro la disoccupazione è molto diversa: essa non è uno strumento per marginalizzare l’individuo, al contrario rappresenta “un segnale per indicare che quella persona ha diritto a un lavoro”.

A chi lo accusa di non essere sufficientemente anti-capitalista e di fatto di accettare passivamente i problemi posti dal sistema, il sindacalista risponde senza scomporsi che prima di illudere le persone bisognerebbe chiedersi se un RBI sia veramente realizzabile proprio in un sistema capitalista. E aggiunge perentorio che il RBI – secondo lui – “stabilizza il sistema capitalista” e le differenze sociali che i sindacati vogliono contrastare resterebbero tali e quali, addirittura più granitiche.

Ma lo status quo certamente non lo può soddisfare: Pardini riconosce che occorre ragionare su una ridefinizione del lavoro salariato, affinché ad esempio il lavoro di accudimento dei bambini o degli anziani venga retribuito. Come? Il dirigente sindacale italo-svizzero rivendica l’introduzione di un congedo pagato di maternità e paternità di due anni e garantire adeguate strutture di accoglienza. Questo impegno va valorizzato non certo sminuito alienandolo dal mondo del lavoro come vorrebbe il RBI.

Il rappresentate dei lavoratori chiarisce in modo netto che non contrasta affatto il RBI per mere questioni tecniche di applicabilità, ma che proprio ne rifiuta categoricamente il principio: il sistema capitalista non aspetta infatti altro che persino la sinistra accetti di sminuire certi impieghi oggi non pagati, staccandoli dal concetto di lavoro.

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