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Aiutò i rifugiati cileni e promosse i diritti dei gay oltre la cortina di ferro: è morta l’eminenza blu!

Pochi giorni fa, a Santiago del Cile, è morta Margot Honecker. Nel 1950 fu la deputata più giovane mai eletta nel parlamento della Germania dell’Est e, dal 1963 al 1989, fu ministra dell’educazione popolare del governo della Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Convinta comunista, da giovane lavorò come dattilografa per la Federazione Tedesca dei Sindacati Liberi (FDGB) e poi entrò a far parte della Libera Gioventù Tedesca (FDJ), il fronte giovanile antifascista della Germania dell’Est: fu lì che conobbe il suo futuro marito Erich Honecker che, nel 1971 divenne presidente della Repubblica.

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Nella DDR con il marito Erich Honecker

Nata nel 1927 nella città di Halle, Margot crebbe in una famiglia della classe operaia, subì il terrore nazista e la guerra, al termine della quale, nel 1945, si iscrisse al Partito Comunista di Germania (KDP). Di lì a poco però, nella Germania occidentale sotto controllo americano, il KPD venne dichiarato illegale; nella parte del paese in mano ai sovietici, invece, i comunisti e i socialisti si unirono fondando il SED, il Partito Socialista Unitario Tedesco, che guidò la DDR fino alla sua conclusione. Margot non tradì mai i suoi ideali marxisti-leninisti, nemmeno quando la DDR crollò e venne annessa alla Germania occidentale.

I suoi avversari le affibiarono l’appellativo di “drago viola” o “eminenza blu” per lo strano colore dei suoi capelli, ma pochi sanno che Margot fu l’artefice di avanzate riforme educative e democratiche.

Fu lei, ad esempio, nel 1965 a scrivere la “Legge sul sistema educativo unitario socialista” che introdusse non solo la gratuità di ogni ordine di scuola e università, ma che favorì in particolar modo l’integrazione negli studi superiori di ragazze e ragazzi con origine famigliare operaia o contadina. Nella stessa legge si introdusse il principio di “scuola politecnica” per ovviare alla selezione sociale negli studi e la diminuzione degli allievi per classe.

E fu sempre Margot a promuovere la politica dei diritti civili per la comunità gay e transessuale (LGTB) e a insistere che la DDR depenalizzasse l’omosessualità nel 1968 (nella Germania Occidentale essa restò iscritta nel codice penale fino al 1994!). Sotto la sua direzione si pubblicò poi una serie di materiali didattici a favore della tolleranza per la diversità sessuale, una scelta “sconvolgente” per quei tempi sia per il mondo capitalista sia per quello socialista.

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A Cuba con Raul Castro

Il suo impegno a favore dell’emancipazione femminile non ebbe bisogno di quote rosa e negli anni ‘80 in DDR il 90% delle donne lavorava e il 50% degli studenti universitari era donna. Percentuali elevatissime ancora oggi.

Margot Honecker, dopo il crollo del socialismo reale in DDR, non accettò la riforma del SED in PDS (Partito del Socialismo Democratico) che poi divenne l’attuale Linke, e ottenne la tessera onoraria del rifondato KPD. Si trasferì col marito in Cile dove godeva di grande stima visto che la DDR accolse numerosi esiliati cileni che fuggivano dalla dittatura di Augusto Pinochet. Da qui anche i fortissimi legami che Margot mantenne con il Partito Comunista del Cile. I suoi ultimi impegni furono di solidarietà con i processi rivoluzionari in Venezuela, Cuba e Nicaragua, nonché pubblicistiche: nel 2010 decise infatti di autorizzare il comunista italiano Alessio Arena a pubblicare la prima edizione in lingua italiana delle memorie del marito, “Appunti dal carcere” (edizione Nemesis, ISBN 978-88-97105-01-5), di cui curò la prefazione.

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