/

Le presidenziali statunitensi e il viaggio di Obama a Cuba

La campagna per le presidenziali segnala un diffuso cambiamento nell’opinione pubblica statunitense. Donald Trump, sempre più favorito per la nomination repubblicana, e Bernie Sanders, destinato a soccombere dietro Hillary Clinton tra i democratici, ma capace di raccogliere un numero crescente di consensi, chiedono a viva voce il rifiuto dei trattati di libero scambio con le nazioni del Pacifico, già operativo, e di quello con l’Europa, ancora da attuarsi, che portano alla chiusura delle fabbriche e alla perdita di posti di lavoro. Entrambi auspicano un ritorno al manifatturiero interno e hanno gioco facile nell’accusare Hillary Clinton di essere espressione dei poteri forti, delle multinazionali e degli interessi di Wall Street. Tanto che gli apparati dei partiti repubblicano e democratico, il solito mostro bicefalo, avevano scelto, nel caso di uno scontro presidenziale Sanders-Trump, che avrebbero votato per “l’indipendente” Michael Bloomberg, ex sindaco newyorkese, necessità superata dal vantaggio nelle primarie della Clinton, destinata a diventare la candidata unica dell’apparato di potere.
usa2016Donald Trump inoltre si mostra – forse inaspettatamente – molto meno liberista del suo inseguitore Ted Cruz, dopo che Rubio si è autoeliminato con ridicole figure nei dibattiti televisivi, mentre l’ultraconservatore Cruz chiede infatti un ulteriore smantellamento dei pochi diritti alla salute e all’istruzione dei cittadini statunitensi, Trump chiede di mantenerli.
Sanders reclama a viva voce maggiore stato sociale per tutti i cittadini, ma in politica estera mostra la sua scarsa conoscenza del mondo, riducendosi a discorsi superficiali e ad apprezzamenti di circostanza per i sauditi, definiti il grande alleato strategico degli Stati Uniti in Medioriente. Trump invece rivendica con nettezza la necessità di ridurre l’intromissione statunitense sullo scenario internazionale, meno guerre e più dialogo, anche con la Russia e la Cina, identificati come interlocutori con cui trattare, più che come avversari. Anche in questo caso Hillary Clinton è rimasta da sola a difendere la solita politica aggressiva a stelle strisce.
Differenza sostanziale, la sola che emerga dalla stampa europea, tra Trump, Clinton e Sanders, è che Trump rispetto ai due democratici è volgarmente xenofobo e si esprime costantemente contro neri, ispanici e immigrati. Tuttavia non si capirebbe l’enorme consenso di cui gode Trump, se non alla luce delle posizioni di politica interna e internazionale sopra esposte che, per larga parte degli statunitensi, sono enormemente prevalenti sulle sue sparate razziste. psl_usa
Neri, ispanici e immigrati, fasce deboli della società, disoccupati, salutano invece con simpatia la candidatura di Gloria La Riva per il Partito del Socialismo e della Liberazione, la sola candidata marxista alle presidenziali statunitensi.
In questo clima, Obama, giunto al crepuscolo del suo potere, decide di visitare Cuba, che non ha mai amato (come spiegato in https://www.sinistra.ch/?p=3422) per parlare di diritti umani. Il solito artificio della propaganda occidentale, che vorrebbe mettere sotto processo il socialismo cubano.
obamacastro-meetRaul Castro, artefice del ricomponimento tra chiesa ortodossa russa e chiesa cattolica, grazie all’incontro dell’Avana di febbraio tra il patriarca Kiril e papa Francesco,  avrà in ogni caso buon gioco a zittire il presidente statunitense ricordandogli come negli Stati Uniti muoiono più bambini nel primo anno di vita che a Cuba, come a Cuba nessun bambino dorma per le strade, a fronte di milioni di ragazzi in queste condizioni nel potente vicino. Raul Castro potrà anche ricordargli come gli Stati Uniti non rispettino i diritti giuridici minimi di molti carcerati, non solo a Guantanamo, come negli Stati Uniti la pena di morte sia una consuetudine molto più praticata che a Cuba, come nell’isola si viva sicuri, mentre nel paese di Obama trentamila persone muoiano ogni anno per l’uso sconsiderato delle armi, come l’aspettativa di vita sia più alta a Cuba rispetto agli Stati Uniti, grazie alla sanità gratuita per tutte e tutti, come Cuba pratichi la solidarietà internazionale, esportando medici e insegnanti in tutto il mondo, mentre gli statunitensi esportano droni, armi e soldati nelle loro oltre cinquecento basi militari sparse in ogni angolo della terra.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

Lascia un commento