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Elezioni in Russia: ottimo risultato dei comunisti

Il 10 ottobre 2010, in Russia, paese che fino a vent’anni fa aveva sulla sua bandiera la falce e il martello, si sono svolte le elezioni per il rinnovo di sei parlamenti regionali e di municipi e consigli comunali. L’appuntamento con le urne assume importanza, soprattutto perché si stanno avvicinando le elezioni politiche a livello federale e la sinistra russa aveva necessità di “contarsi”.

La sinistra russa

Quando si parla di sinistra in Russia, ancora oggi che il socialismo non c’è più e il capitalismo ha trionfato, si parla in realtà quasi esclusivamente del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR), il cui vicepresidente Ivan Melnikov negli scorsi giorni ha rilasciato un’intervista ai giornalisti del “Sovetskaja Rossija”, e da cui la nostra redazione attinge tutta una serie di dati significativi sullo stato di salute della sinistra comunista post-sovietica. Va detto che oltre al PCFR esiste un altro partito, ufficialmente definito di tendenza socialdemocratica, denominato “Russia Giusta”. Si tratta di un’organizzazione creata dai vertici di “Russia Unita” come proprio bacino elettorale a sinistra, per evitare che i comunisti potessero attecchire anche sui settori popolari più moderati ma attratti dai messaggi patriottici del PCFR. Mente i socialdemocratici filo-governativi, presentando anche figure di spicco come Valery Gartung (personaggio a cui certo non mancano i soldi da investire in costose campagne elettorali) conquistano il secondo posto dopo il partito di governo, i comunisti sono costantemente al terzo rango per preferenze.

In merito al ruolo di “Russia Giusta” che in alcune zone guadagna voti a scapito di “Russia Unita”, Melnikov sostiene sicuro che all’interno dello stesso governo sia stata impartita “la direttiva di rafforzare e gonfiare questa struttura, che dal momento della sua comparsa ha come missione principale quella di trasformarsi in riserva di “Russia Unita”, nel caso che questa cominci a perdere voti. E’ una condizione che si sta ormai verificando”.  Importante poi notare come il PCFR intende la necessità di rafforzare l’indipendenza di classe: di fronte a chi propenderebbe per una collaborazione fra comunisti e socialdemocratici contro il governo, il braccio destro di Zyuganov risponde: “il nostro elettorato non sembra attratto dal progetto di “Russia Giusta”, ma la nostra lotta per la conquista dell’elettorato che perde “Russia Unita” deve svilupparsi con un più vivace confronto con “Russia Giusta”.” A significare che non ci sarà pietà nel colpire la socialdemocrazia collaborazionista.

Indebolito il governo, rafforzata l’opposizione

Uno stato di salute positivo, verrebbe da dire di primo acchito e paragonandolo alla situazione occidentale, quello del PCFR; pensando poi anche che il partito al potere, “Russia Unita”, seppure abbia vinto la competizione alle urne, riscontra a livello di cifre assolute una significativa perdita di consensi in quasi tutte le regioni. Fino a 100mila voti in meno nella regione di Kostroma, crollo anche a Magadan, così come pure a Novosibirsk, dove dai 726’000 voti delle elezioni politiche del 2007 il partito del primo ministro Medvedev ne ha racimolati solo 336’000.

Sicuramente ha giocato un ruolo non da poco la campagna vuota di contenuti e molto “amministrativa” con cui il successore di Putin ha tentato di imporsi, ma non va sottovalutata il grande radicamento territoriale e il lavoro di massa ben definito dei marxisti-leninisti. I comunisti, infatti, guadagnano punti e superano anche i più rosei pronostici: da terzo partito del Paese il PCFR guidato da Gennady Ziuganov si sta profilando man mano come il secondo e più importante partito di opposizione: in quattro regioni su sei il PCFR è infatti riuscito a raggiungere il secondo posto dopo “Russia Unita”, battendo quindi “Russia Giusta”. Nella regione di Kostroma alle regionali del 2005 gli eredi di Lenin avevano ottenuto il 17,5% dei suffragi e ora sono saliti fino a sfiorare il 20%; balzo in avanti netto anche a Novosibirsk dove dal 21% del 2005 i comunisti hanno superato il 25%.

Il leninisti ottengono risultati molto buoni anche a livello locale: nel comune di Angarsk al PCFR sono andati 11 dei 15 seggi in consiglio comunale, a Lermontov sono 6 gli eletti rossi su 15 consiglieri comunali. Al municipio di Vladivostok il candidato comunista ha vinto con il 50% delle preferenze. A Dalnegorsk in 18 dei 21 collegi elettorali sono i militanti di Zyuganov a controllare la situazione. E l’elenco potrebbe continuare, ma è lo stesso vicepresidente del partito a mettere in chiaro che al di là del risultato istituzionale: “non possiamo dimenticare che le elezioni sono solo una parte della nostra lotta. I nostri risultati migliorerano nella misura in cui sapremo intensificare il nostro lavoro tra la gente. E la cosa più importante: dovrà aumentare la partecipazione dei nostri militanti al movimento di protesta”.

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