Expo, tra dubbi, speranze e contraddizioni

Il 29 gennaio 2015 il Commissario Unico per Expo 2015, dal tema “Expo Milano 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, Giuseppe Sala si è concesso in un lungo incontro con la Stampa Estera di Milano, rispondendo con cordialità e puntualità anche alle domande più spigolose, come ad esempio in merito agli scandali e agli appalti, sui quali lui stesso e Raffaele Cantone, magistrato italiano in aspettativa e ora presiedente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione hanno risposto con fermezza e con decisi controlli. Sala informa anche di aver meditato di dare le dimissioni dopo gli scandali e i reati, ma una telefonata del presidente della repubblica italiana lo ha convinto a continuare nel suo lavoro. L’Expo milanese, che ha superato nel ballottaggio Izmir nel marzo 2008, si vuole presentare sotto tinte tutte positive. Previsti, forse con eccessiva generosità, 24 milioni di visitatori, di cui 8 milioni già con un biglietto in mano, di cui un milione cinesi, quasi mezzo milione mediorientali e tre milioni italiani, 148 nazioni presenti, ben 53 con padiglioni nazionali, le altre aggregate in padiglioni tematici. Poi ancora molti altri numeri, su costi e benefici, crescita del PIL italico, più o meno presunta, 15mila volontari e molto altro ancora.

Nel corso della manifestazione “Sinistra.ch” visiterà l’evento con particolare attenzione ai padiglioni delle nazioni dei BRICS e del socialismo bolivariano, eviteremo l’assurdo e del tutto improprio padiglione della Coca Cola, che commercializza una bevanda dannosa per la salute, per quanto malauguratamente diffusa nel mondo, che tra l’altro sfrutterà l’Expo per presentare il suo nuovo prodotto, il latte, spacciato per essere di qualità, quando sarà l’ennesimo prodotto del tutto artefatto. Non visiteremo neppure il padiglione israeliano che intende presentare le sue idrocolture, una gesto sprezzante e vergognoso, visto che quell’acqua è sottratta ai palestinesi che non ne hanno neppure per bere e per lavarsi, così come staremo alla larga pure da quello statunitense, che vorrebbe spacciare per “alimentazione 2.0” il primato dei distruttivi ogm contro l’agricoltura biologica.

Queste le due domande poste da “Sinistra.ch” oggi a Giuseppe Sala:

Si parla di diritto al cibo per tutti, di “Nutrire il pianeta” ma poi si affida il compito di redigere la carta di Milano sul cibo ad una multinazionale come “Barilla”. Le multinazionali ci pare siano parte del problema e non della soluzione, visto che favoriscono lo spreco alimentare, in Occidente molto cibo finisce buttato, mirando a far profitti sulle risorse alimentari. Per loro infatti non sono alimenti per sfamare gli esseri umani, ma una merce su cui lucrare. Non crede che sarebbe stato meglio affidare a “Via Campesina” tale compito, un gruppo che mette al centro del suo ragionamento la sovranità alimentare, la filiera corta, la difesa dell’agricoltura contadina contro gli OGM e contro i terreni destinati ai biocombustibili? “Via Campesina” che è stata, tra l’altro, anche ricevuta da papa Francesco.

Giuseppe Sala: “Credo che lei si stia sbagliando, la Carta di Milano è stata affidata principalmente alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e a Salvatore Veca. Se la Barilla o altri vogliono dare il loro contributo sono benvenuto, ma il lavoro sostanziale è stato svolto da altri, non dalla Barilla.”

Al centro del problema della nutrizione del pianeta c’è l’accesso umano all’acqua potabile e all’acqua per sviluppare l’agricoltura familiare. Il diritto umano all’acqua è stato sancito nel 2010 dalle Nazione Unite.  Come si concilia tutto ciò con il fatto che tale diritto è ignorato dal protocollo per Milano. Che la proposta di Romano Prodi di fare di Milano la sede di una autorità mondiale dell’acqua sia sparita senza discussione alcuna e che l’acqua ufficiale di Expo sia quella di una multinazionale che fa dell’acqua in bottiglia il suo business quale è la Nestlè (attraverso la controllata San Pellegrino) alla quale viene affidata addirittura la piazza tematica sull’acqua dentro EXPO ?

Giuseppe Sala: “Sono dispiaciuto che la proposta di Romano Prodi non abbia avuto seguito, ma essa avrebbe dovuto trovare un adeguato contesto politico, ovvero non tanto l’Expo, che è un evento temporaneo, ma il governo italiano avrebbe dovuto dare seguito alla sua proposta e così non è avvenuto, ma non è detto che non possa avvenire in futuro. Per quanto riguarda la San Pellegrino, capisco il suo punto di vista, le segnalo in ogni caso sono solo tre le multinazionali presenti all’Expo, a quella da lei segnalata si aggiungono Coca Cola e Agrifood. Per altro verranno poste nello spazio Expo diverse fontanelle collegate alla rete idrica milanese”

Verrebbe da aggiungere che tra le acque pubbliche delle città europee, quella di Milano è tra le più buone e le meno care.
Alla luce di tutto ciò il movimento NOEXPO ha ancora molte ragioni, tuttavia vale la pena dare voce a una donna straordinaria come Vandana Shiva: “Expo avrà un senso solo se parteciperà chi s’impegna per la democrazia del cibo, per la tutela della biodiversità, per la difesa degli interessi degli agricoltori e delle loro famiglie e di chi il cibo lo mette in tavola. Solo allora Expo avrà un senso che vada oltre a quello di grande vetrina dello spreco o, peggio ancora, occasione per vicende di corruzione e di cementificazione del territorio.”

“Sinistra.ch” racconterà quanto accadrà, senza venire meno all’orizzonte culturale che ci appartiene, quello dei popoli, dell’ambiente, dell’ecologia, dell’ecosostenibilità, in ultima analisi del valore inalienabile dell’eguaglianza.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

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