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In Austria nasce il Partito del Lavoro per contrastare il “revisionismo” del Partito Comunista

Sono entrambi partiti di ispirazione comunista, ma non vanno d’accordo. Da una parte troviamo il Partito Comunista Austriaco (KPÖ), organizzazione storica del movimento operaio del paese, e dall’altro il nuovo Partito del Lavoro d’Austria (PdA), appena costituitosi dal movimento “Iniziativa Comunista” con l’idea di riscoprire l’identità marxista-leninista più tradizionale. Pensando alla difficoltà che vive il movimento comunista austriaco in questo periodo, diventa difficile comprendere la decisione del PdA. La cosa che lascia però allibiti è una: a fare la scelte apparentemente più “anacronistica” (perlomeno secondo i media borghesi) sono i giovani, fenomeno che si è visto pure fra i comunisti svizzeri qualche anno fa. Pare, insomma, che si stia riscontrando in vari paesi d’Europa una sorta di conflitto inter-generazionale fra i comunisti con un rinnovato senso di identità necessaria per costruire una vera prospettiva di alternativa sociale. Costruire una società diversa, quella socialista, abbandonando il modello capitalista, presuppone infatti una strategia radicale e dunque una solida base ideologica ispirata a Lenin, non solo un procedere a tentoni, tema dopo tema, perdendo di vista il dato globale.

Radicamento sul territorio

plakat_rettungsschirme_fbIl KPÖ ha di recente partecipato alle elezioni politiche austriache: nessun deputato eletto anche a causa dello sbarramento al 4%, tuttavia era dal 1976 che i comunisti non riuscivano a raggiungere il consenso di quasi 50mila elettori. Rispetto all’ultima tornata elettorale, poi il KPÖ risulta aver conquistato ben 10mila nuovi elettori. Si tratta di un risultato modesto che però rende questo partito l’unico della sinistra “non-socialdemocratica” a potersi dire minimamente radicato e capace di mobilitare. E ciò senza contare che il KPÖ non solo ha una storica corrente sindacale a livello nazionale – il Blocco Sindacale di Sinistra (GLB) membro della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) – ma ha pure una discreta presenza nelle istituzioni comunali: in alcune municipalità, come a Graz, ottengono risultati estremamente alti. Insomma le antenne sul territorio dei comunisti austriaci non mancano, anche se fragili. Diversa, invece, la situazione per il PdA (e prima per il movimento “Iniziativa Comunista”), che non solo non ha partecipato finora a nessuna competizione elettorale, ma che dispone di una filiale sindacale chiamata “KOMintern” che alle elezioni aziendali è riuscita a nominare un solo delegato operaio in tutto il Paese. L’unico atout della nuova formazione politica – e non è di poco conto! – è la capacità di integrare i giovani della classe operaia: la Gioventù Comunista Austriaca (KJÖ) si è infatti resa prima di tutto indipendente dal KPÖ a cui era storicamente legata, e oggi guarda in modo esplicito al PdA.

Il rapporto con l’Unione Europea

20130318100329673_1Il KPÖ aderisce alla Sinistra Europea (SE), il partito trans-nazionale creato nel 2004 accusato da più parti – anche dai comunisti svizzeri (leggi) – di essere un progetto che divide la sinistra invece che unirla. La SE suscita numerosi malumori fra i comunisti di vari paesi poiché accetta le leggi dell’UE e l’ordinamento costituzionale anti-comunista, condizione questa per ricevere i finanziamenti pubblici dalla stessa Unione. Il PdA per contro si schiera apertamente contro ogni processo di integrazione europea impostata sul neo-liberismo e l’imperialismo e anzi propone che l’Austria esca dall’UE. La linea ondivaga del KPÖ sull’Europa, di critica ma pure di  integrazione, è uno dei motivi di ambiguità che non aiuta il partito a collegarsi con i lavoratori e le fasce popolari austriache impoverite proprio dai diktat europeisti, e da questo malcontento ne trae vantaggio il PdA.

Il dibattito sull’esercito

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Di recente vi è stata in Austria una votazione consultiva per valutare se vi fosse o meno la volontà di abolire la leva militare obbligatoria e trasformare l’esercito in una struttura di soli professionisti. Il PdA si è schierato con la destra per mantenere il servizio militare obbligatorio: secondo loro questo non solo è necessario per imparare a usare le armi nell’ottica della conquista rivoluzionaria del potere e l’instaurazione della “dittatura del proletariato”, ma pure per impedire che mercenari austriaci compiano missioni di guerra contro paesi in mano a governi anti-imperialisti. Il KPÖ, dal canto suo, impaurito anch’esso dell’idea di un esercito di “professionisti della morte”, ma conscio che il servizio militare obbligatorio rappresenti comunque una scelta altrettanto pericolosa in quanto indottrina al militarismo e al nazionalismo ogni anno migliaia di giovani neo-maggiorenni, ha optato per annullare la scheda di voto scrivendoci sopra: “abolire l’esercito”! Entrambe sono state scelte fallimentari: coloro che hanno votato per mantenere la coscrizione lo hanno fatto per motivi nazionalisti egemonizzati dalla propaganda di destra e certo non per il discorso ideologico del PdA, allo stesso modo il KPÖ ha perso terreno avendo deluso una parte consistente della propria base notoriamente pacifista e non avendo riscosso successo nell’alternativa proposta, poiché in pochissimi hanno poi davvero annullato la scheda.

Relazioni internazionali

pda-oesterreich

Il Partito Comunista di Grecia (KKE) ha delle responsabilità in merito alla spaccatura del movimento comunista austriaco? Iniziano a girare voci in Europa su possibili mosse da parte dei comunisti di Atene per una corsa alla scissione negli altri partiti che si devono distinguere per la loro fedeltà ai massimi dirigenti del KKE che da qualche tempo stanno seguendo una via criticata come settaria ed estremista da molti altri comunisti. Sembra infatti di tornare ai tempi dello scisma fra filo-sovietici e filo-cinesi, quando in moltissimi paesi si registrarono spaccature nei partiti comunisti in base al modello internazionale di riferimento. Il PdA ha già dimostrato totale sintonia con Atene e non a caso il suo Congresso è stato salutato solamente da quei partiti fortemente alleati dei compagni greci come il PCPE spagnolo e il TKP turco.

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