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Stefano Araùjo: un impegno per i giovani di Lugano

Stefano Araujo è un giovane studente che si candida al consiglio comunale di Lugano come indipendente in quota Partito Comunista sulla lista unitaria con il Partito Socialista. Conosciamolo meglio…

Sono nato il 14.02.1993 a Lugano, dove ho sempre vissuto. Ho ottenuto la maturità liceale letteraria (O.S. Latino) al Liceo di Lugano 1 nel 2012. Ora frequento l’Università di Zurigo, dove studio scienze politiche e sociologia. Essendo appassionato di sport, ho da piccolo giocato per due anni a calcio nel Rapid Lugano, poi sono passato al basket, militando nei Lugano Tigers 4 anni come giocatore e 3 come allenatore delle giovanili. Inoltre ho arbitrato, sempre il basket, pure a livello regionale. In aggiunta, sono stato vice responsabile del gruppo degli aspiranti dell’Oratorio di Lugano, chiamatosi poi Junior Club Lugano, fino all’inizio dei miei studi universitari. Prima dell’attuale candidatura, politicamente, ho collaborato con il MPS alle cantonali, quando era unito al PC in una lista di sinistra alternativa con proposte interessanti. Collaboro tutt’ora col Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti.

Indipendente di sinistra, ma sei stato proposto dal Partito Comunista. Che cosa vuole dire?

Vuol dire, semplicemente, che sono indipendente, non essendo iscritto a nessuno partito e volendo mantenere una certa libertà d’azione e ideologica. Proposto dal Partito Comunista, perché da qualche tempo partecipo attivamente alle loro attività e perché, sui temi locali, condivido le loro proposte e la linea politica. Perciò dal punto di vista del Partito Comunista, sono un candidato d’area.

Hobby per la musica e per la letteratura. Cosa proporresti per migliorare l’offerta culturale di Lugano? Come vedi il progetto LAC? E, infine, come valuti la situazione degli spazi di divertimento per i giovani?

In primo luogo, bisogna potenziare l’offerta già presente creando, per quanto possibile, più eventi di diverso genere e di ampio respiro, coinvolgendo gli artisti in erba locali e i ragazzi interessati a collaborare in progetti culturali, permettendo, per esempio, loro di organizzarli e proporli. Penso ad attività come concerti, mini festival musicali e cinematografici, mostre di talenti artistici giovani, cinema a prezzi ridotti. Ciò migliorando e creando spazi adibiti a tali attività, come è stato fatto di recente con il Foce. Inoltre, rendendo più attrattive queste attività attraverso prezzi ridotti e un potenziamento della Lugano Card, che ora, e me ne felicito, è disponibile anche a chi non abita nel comune di Lugano. Non dimentichiamoci anche un aumento significativo dell’offerta notturna di mezzi pubblici per raggiungere e spostarsi tra le varie attività. Il LAC è interessante, ogni offerta culturale in più è ben accetta. Il punto è che si tratta di cultura borghese, limitata, e a mio avviso, se si spende così tanto per pochi, si potrebbe spendere di più per le attività giovanili. Spostare il budget insomma. Gli spazi per i giovani ci sono, ma sono insufficienti in confronto alla domande reale: troppe volte sento i miei amici e conoscenti lamentarsi perché non sanno cosa fare alla sera. Restaurando molti edifici non abitati e vetusti, si potrebbero creare nuovi spazi di aggregazione interessanti gestiti dal Dicastero Giovani Eventi. Le idee, le persone e i mezzi non mancano: basta agire in modo propositivo.

Hai 19 anni, in qualche modo rappresenti anche le nuove generazioni che si affacciano alla politica. E poi studi scienze politiche all’università. Tracciaci allora una radiografia politica dei tuoi coetanei e lancia loro un appello a favore della lista per la quale ti candidi.

I giovani della mia età purtroppo si disinteressano alla politica. La vedono come qualcosa di “complicato”, di lontano. Sento tante volte disprezzo verso le istituzioni e le forze politiche. Apatia per la politica, che porta alla mancanza totale di partecipazione. Costoro si dimenticano che ogni ambito della propria vita è influenzato da delle scelte politiche ben precise: la scuola, il lavoro, il tempo libero per esempio. Non interessarsi e denigrare solamente è controproducente.
Per questo motivo, noi giovani politici abbiamo il compito di riavvicinarli alla politica, fargli capire che non è “roba” da tecnici e da intellettuali, ma che è qualcosa di interessante e vicina, in cui tutti possono partecipare: ognuno nel proprio piccolo, può contribuire per migliorare le cose, la democrazia ci offre degli strumenti di partecipazione avanzati, sfruttiamoli in modo propositivo, concreto. Per questo motivo invito i miei coetanei a votare la Lista del Partito Socialista, dove sono uniti il PC e il PS, perché è la lista con il maggior numero di giovani under 25, e perché è la lista più attenta ai bisogni dei giovani: noi chiediamo trasporti pubblici gratuiti per studenti e più presenti di notte, noi chiediamo la tutela del CS()A Molino, noi proponiamo una maggiora offerta culturale per i giovani, noi chiediamo più spazi di aggregazione ad esempio.

Tu sei anche cittadino portoghese. Che legame hai con il Portogallo e, soprattutto, come giudichi l’azione della sinistra portoghese e dei sindacati nell’attuale fase di crisi economica che sta colpendo il paese? Chi voteresti in Portogallo, i socialisti o i comunisti?

Ho un legame forte e sentimentale col Portogallo, avendo lì i miei parenti e recandomici ogni estate. Sono sempre stato affascinato dal suo patrimonio culturale, intellettuale e culinario. E poi, i paesaggi e la costa sono magnifici.
Giudico positivamente l’azione dei sindacati e della sinistra radicale, poiché, dinanzi alla svendita totale del paese e all’austerità massacrante, sono gli unici che si battono fino ai denti per salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle classi meno abbienti. Le loro manifestazioni riescono a coinvolgere attivamente migliaia di persone come non si vedevano dai tempi della Rivoluzione dei Garofani, persone stanche dei diktat internazionali e delle politiche depressive economicamente dell’attuale governo di centro-destra.
In Portogallo voterei i comunisti, perché i socialisti sono rei, a mio avviso, di ascoltare di più i bisogni dell’UE e dell’FMI che quelli della popolazione – son loro hanno firmato il memorandum di intesa con la Troika assieme alla destra- e poiché i comunisti, assieme ai Verdi e al Bloco de Esquerda, sono gli unici che in parlamento si oppongono alle misure antisociali di austerità. Inoltre, il PCP ha un legame storico con la classe operaia e coi sindacati che pochi partiti di sinistra occidentali possono vantare.

Quali saranno i tuoi primi due atti di consigliere comunale qualora venissi eletto?

Il primo atto sarebbe un intervento per togliere l’ordinanza comunale che prevede la chiusura anticipata dei locali notturni. Il secondo, sarebbe la richiesta di analizzare nel dettaglio gli sprechi del comune, in modo da risparmiare per investire nel Dicastero Giovani ed Eventi e cominciare subito a potenziare l’offerta culturale giovanile.

Lugano in questi anni si è ingrandita. Come giudichi la politica aggregativa di Lugano, soprattutto alla luce del fatto che mentre il PS è totalmente favorevole alle fusioni, il PC è piuttosto cauto?

Le aggregazioni sono state interessanti, con lo sviluppo di nuove sinergie di rilievo. Il problema è che sento da parte degli abitanti della periferia dello sconforto perché troppe volte i loro bisogni vengono dimenticati dal centro. Per questo motivo, penso che fare aggregazioni solo per diventare più grandi, sia controproducente se la periferia viene dimenticata.

Quali sono i principali problemi dell’attuale amministrazione di Lugano? In che maniera pensi sia possibile porre fine alle politiche messe in atto da Giorgio Giudici nelle ultime legislature?

I problemi sono stati la scarsa trasparenza negli affari pubblici-privati, vedi il caso Nix; la cementificazione massiccia dovuta alla speculazione edilizia senza freni; aver lasciato che gli affitti degli appartamenti a Lugano aumentassero senza intervenire; l’attenzione maggiore riposta alle grandi fortune a discapito dei bisogni reali dei cittadini. Per porre fine alle politiche di Giorgio Giudici la soluzione è un cambio sostanziale della distribuzione di seggi sia in Municipio che nel Consiglio Comunale, attraverso una presenza maggiore della sinistra e delle forze alternative ai poteri finora costituitisi che governano la città i modo quasi assoluto da più di 30 anni.

La piazza finanziaria luganese è in crisi. Il tuo collega di lista Filippo Zanetti (PS), giovane anche lui, ha detto di non credere che essa sia spacciata perché ha fiducia nella Svizzera. Di parere un po’ meno ottimista è invece l’altro collega di lista Edoardo Cappelletti (PC) che ha pure distribuito dei volantini ai bancari invitandoli a sindacalizzarsi. Il Partito Comunista nel frattempo ha proposto una semi-nazionalizzazione delle banche, il candidato municipale del PS Raoul Ghisletta intervistato da Teleticino ha ammesso che si tratta di una idea interessante. E tu cosa ne pensi?

Io penso, che dato il momento di crisi, in cui ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio e le entrate fiscali cittadine, la semi-nazionalizzazione delle banche luganesi a rischio sia una proposta interessante. Inoltre, è necessario che i dipendenti, che sono quelli che stanno soffrendo di più, si sindicalizzino e lottino per i propri diritti. Stiamo parlando di salariati che, come tutti, hanno visto i propri salari diminuire drasticamente negli ultimi anni.
In ogni caso, le banche locali dovrebbero cambiare strategia, e puntare ai crediti per piccole e medie imprese, per le famiglie, per rilanciare l’economia locale. Bisogna, inoltre, differenziare i servizi offerti: essere solo dipendenti dalla gestione di patrimoni ci rende troppo vulnerabili. Il tutto comunque deve passare per una maggiore trasparenza e professionalità: solo così i clienti torneranno.

Politica fiscale: alziamo il moltiplicatore oppure prima facciamo un esame completo dei costi per trovare gli sprechi dell’amministrazione comunale?

Bisogna fare entrambe le cose. Inoltre, un aumento del moltiplicatore non è una tragedia come dice la destra. Per la stragrande maggioranza della popolazione si tratterebbe di un rincaro di una decina circa di franchi al mese. Il punto è che i soldi in più sarebbero spesi per un estensione dei servizi sociali e dei servizi per i più bisognosi, si tratterebbe quindi di investimenti che si ripercuoterebbero positivamente  sui cittadini. Per non parlare dell’offerta per il tempo libero che si potrebbe creare per i giovani, per i cittadini e per i turisti con offerte e prezzi vantaggiosi.

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