Storica manifestazione in sostegno agli scioperanti dell’ospedale di Neuchâtel

Il 16 febbrario scorso, più di 2’000 persone hanno partecipato a Neuchâtel ad una manifestazione di sostegno alle 22 scioperanti in lotta nella clinica privata Hopital de la Providence. “Ci attendiamo dal Consiglio di Stato neocastellano che imponga l’applicazione del Contratto Collettivo di Lavoro (CCL)”, ha ricordato KatharinaPrezlicz-Huber, presidente nazionale del sindacato SSP-VPOD durante il concentramento davanti alla stazione. “Quando, nel sistema sanitario, il profitto degli azionisti conta di più che le presone che vi lavorano, il partenariato sociale è malato” rilancia il vice-presidente del sindacato SYNA a “Quando il Consiglio di Stato non può e non vuole contribuire a una soluzione, questo sistema politico è malato!”.

“Nous comptons sur vous!”

Il lungo corteo districatosi nelle strette vie di Neuchâtel è passato dal centro città per raggiungere la clinica in agitazione. Secondo le memorie viventi del movimento operaio neocastellano, si tratta della più grande manifestazione dai tempi delle lotte nella fabrrica tessile Dubied nel 1976. Già all’epoca c’era stato un arbitraggio mal gestito da parte del Consiglio di Stato, tra l’altro presieduto dal socialista René Meylan. Il 22 Febbraio 2013, Raymond Loretan, vice-presidente del CdA del Gruppo Genolier acquirente della clinica, ha comunicato alla stampa di accogliere il “coraggio di esporsi” dei due ministri socialisti… La manifestazione del 16 febbraio è stata colorata di rosso e animata da una bandella e la canzone delle 22 scioperanti: “Debout les filles!”-, piena d’emozioni. Molti e molte hanno ascoltato con le lacrime agli occhi queste donne prendere la parola, corraggiose, con dignità, dopo essere state licenziate: “Siamo state minacciate, chiamate fancazziste e sfaticate, ci hanno pure detto che non meritavamo nemmeno la disoccupazione” spiega Valerie Richard. “Vedendovi tutti dietro di noi, il nostro cuore a ripreso a battere forte e ora sappiamo che non abbiamo fatto tutto questo per niente”, ha sottolineato l’infermiera. La sua Collega, Christelle Haussener, ringrazia “tutta la nostra rete di sostegno, che si allarga di giorno in giorno. Grazie per le vostre presenze, le vostre azioni, i vostri inviti… Qualche goccia d’acqua ha fatto un fiume che è già difficile d’attraversare senza bagnarsi… contiamo su di voi affinché questo fiume s’ingrossi ancora.

“Nous reviendros!”

Alla vigilia della manifestazione, il gruppo Genolier aveva confermato l’acquisto della clinica. “Per noi il conflitto sociale è terminato”, ha sottolineato il manager del gruppo, Antoine Hubert. Non è così per le 22 scioperanti, che intendono continuare la difficile lotta, anche dopo i licenziamenti, l’abdicazione del Consiglio di Stato e l’usura di 76 giorni di sciopero. A dare coraggio agli scioperanti c’è il segretario sindacale SSP-VPOD Yves Mugny, che sotto la clinica grida: “ritorneremo!”

Il candidato comunista al Consiglio di Stato

Nago Humbert, candidato al Governo del Partito Operaio Popolare (POP) neocastellano (il corrispettivo del Partito Comunista) alle prossime elezioni cantonali se la prende con il governo in carica: “lo Stato che sovvenziona per delle missioni precise questa clinica privata, avrebbe potuto almeno avere qualche esigenza, come per esempio il rispetto del CCL. Soprattutto alla luce del fatto che lo Stato prenderà a carico tutti i servizi medicali non redditizi all’interno dell’Ente Ospedaliero Neocastellano. Per me la soluzione è sempre stata l’integrazione della Providence nell’EON”. Il candidato della sinistra radicale di fatto propone di statalizzare l’ospedale.

L’Hôpital de la Providence, non è un caso isolato

Secondo Humbert, la cessione della clinica la Providence al gruppo finanziario Genolier (Aevis), da parte di una fondazione caritatevole cristiana, senza che lo Stato si interponga “è un attogravissimo, che supera ampiamente la nostra realtà cantonale. Conosco diversi sistemi sanitari nel mondo e posso assicurare che le privatizzazioni non hanno mai migliorato ne l’accesso alle cure, nela qualità e la sicurezza per i pazienti. Non si può rimproverare a Genolier di non aver chiarito da subito da che parte stanno, sono stati franchi e onesti. Il loro obiettivo principale è fare profitto condelle prestazioni sanitarie, è una scelta, ma questo significa che tutte le prestazioni che non sono redditizie saranno abbandonate”. Le preoccupazioni di Humbert sono più che giustificate, ad esempio in Ticino il gruppo Genolier è proprietario della clinica Sant’Anna e della Ars Medica, stabilimenti a cui potrebbe toccare una sorte simile. Ad ogni modo il sindacato VPOD-Ticino ha preso posizione solidarizzando con gli scioperanti e anticipando già, che nel caso in cui vi fossero dei tentativi di attacco al CCL delle Cliniche private, saranno pronti a mettere in campo delle misure di lotta efficaci. Dal Ticino è anche arrivata la solidarietà del Partito Comunista che ammira il coraggio dei lavoratori e definisce “terrorismo aziendale” il comportamento della direzione della clinica. D’altra parte un comportamento da padre e padrone, come quello assunto dalla direzione aziendale poteva essere immaginato, dal momento che nel CdA del gruppo, manco a dirlo, vi è il liberalone ticinese Fulvio Pelli. Evidentemente fintanto che il settore assicurativo e produttivo del mercato della salute sarannoprivati, ben poco margine è dato agli Ospedali pubblici e privati per offrire prestazioni accessibilie di qualità. Una riforma di tutto il sistema sanitario su scala nazionale, a partire dal sistemaassicurativo e di finanziamento è sempre più necessaria e sotto gli occhi di tutti. Una pianificazione nazionale dei letti ospedalieri e delle cure da garantire; ed una cassa malati pubblica ed in base al reddito sono le premesse essenziali.

 

Leonardo Schmid

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