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Locarno: un sindacalista in consiglio comunale?

Leonardo “Leo” Schmid è un personaggio relativamente nuovo nella Città di Locarno, ma in ambito sindacale ha avuto l’occasione di mostrarsi un rappresentante dei lavoratori serio e competente. Cerchiamo di conoscere con più precisione il suo passato e le sue idee…

Nato il 27 giugno a Mendrisio, ho intrapreso alla fine delle scuole medie un apprendistato quale falegname. Nel 2005 ho concluso il mio tirocinio conseguendo la maturità professionale. Grazie all’ottenimento della maturità ho avuto accesso agli studi accademici e nel 2009 mi sono laureato in sciente politiche presso l’università di Losanna. Durante il periodo in cui ho vissuto in Romandia ho avuto l’occasione di svolgere uno stage amministrativo come segretario del Partito Svizzero del Lavoro, di cui il Partito Comunista è sezione cantonale. Terminata questa esperienza sono stato assunto dal sindacato UNIA e sono attualmente impiegato nella regione di Locarno, occupandomi prevalentemente delle questioni legate all’edilizia. Tra le cariche che ricopro a livello politico trovo importante citare il mio ruolo quale membro del Comitato Centrale del Partito Svizzero del Lavoro, nonché del Comitato Cantonale del Partito Comunista. All’interno del Comitato cantonale del PC sono stato nominato responsabile per politica del lavoro. Sono inoltre membro del Comitato direttore dell’associazione SOS Razzismo e del Comitato per la liberazione dei 5 Eroi Cubani rinchiusi nelle carceri statunitensi per avere difeso il proprio paese dal terrorismo internazionale.

Il che modo ti poni nei confronti della popolazione locarnese?

Nella mia azione politica le priorità me le faccio dettare da coloro che ogni giorno si confrontano con me, i lavoratori e le lavoratrici che da anni stanno facendo enormi sacrifici e i compagni e le compagni con cui lotto giorno per giorno da ormai quasi 10 anni. Per un comunista stare all’ascolto delle preoccupazioni della popolazione è un punto fermo del modo di fare politica. Per fare questo bisogna però ricominciare ad anteporre i diritti fondamentali di ognuno, agli equilibri di bilancio e l’andamento delle borse. I lavoratori e le lavoratrici si sono preoccupati fin troppo di salvare l’apparato statale della borghesia. In una azione politica di tipo istituzionale, quale comunista, molto probabilmente in minoranza, non avrò certo modo di risolvere i grandi problemi che affliggono i ceti popolari. Non per questo però, non mi batterò per ridare senso al dibattito politico, ormai lontano dalla “gente” come direbbero i para-fascisti della Lega.

Dunque – in caso di una tua elezione in seno al consiglio comunale di Locarno – quali temi riterresti di prioritaria importanza?

In primo luogo mi batterò per i diritti fondamentali delle persone e delle famiglie. Per fare in modo che questo accada il discorso politico va incentrato su:

– Il diritto ad avere una casa e che sia confortevole. Nei centri urbani è necessaria la municipalizzazione dei quartieri popolari, contro la speculazione edilizia e la politica dei letti freddi, che a Locarno raggiungono quota 50%. Un numero impressionante di bucalettere appartiene a ricchi turisti o società “offshore” che imbrogliamo il fisco di chissà quale paese. Questa presenza provoca la speculazione sugli affitti, mettendo in concorrenza i lavoratori indigeni con i portafogli dei “buoni contribuenti”, come ama spesso definirli il partito socialista. La lotta contro la speculazione edilizia comprende anche quella per la salvaguardia del suolo cittadino, mi oppongo quindi alle costruzioni che distruggono la natura e sostengo un miglioramento della qualità delle costruzioni.

– Il diritto all’educazione pubblica e gratuita. Gli stabilimenti delle scuole comunali potrebbero essere messi a disposizione di una più ampia fascia della popolazione, fuori dall’orario di lezione, di modo da usufruire di ampi spazio pubblici per favorire l’educazione di tutta la popolazione, negli ambiti pIù vari. La scuola pubblica e gratuita deve comprendere anche servizi di sostegno alle famiglie quali asili nido, mense e dopo scuola. Nella difficile situazione in cui si trovano moltissime giovani coppie o ancor più le madri o padri soli con figli a carico, sarebbe il minimo che gli enti locali potessero fornire sostegno alla maggioranza ancora costretta a rivolgersi presso dei privati a prezzi esorbitanti.

– Il diritto a spazi d’incontro, liberi dalla logica di mercato, quali centri sociali per giovani o circoli di quartiere con prezzi moderati e con accesso alla cultura in ogni genere, con una particolare apertura alla conoscenza delle numerose culture “straniere” presenti sul suolo svizzero. Mi batterò, con i mezzi che avrò a disposizione per cercare di riconoscere il diritto di voto agli “stranieri” con permesso C e B.

– Mi batterò contro ogni “eccezione” in ambito fiscale, al contrario mi impegnerò per far pagare chi ha le possibilità di farlo. Bisogna riuscire a frenare il fallimento programmato dei comuni, con le conseguenti fusioni dettate da mere ragioni di sopravvivenza finanziaria. Per farlo è necessario stabilizzare il tasso d’imposizione cantonale e ridistribuire maggiormente alle regioni periferiche ed ai centri medi che offrono i servizi per delle regioni intere. I comunisti hanno a cuore la sopravvivenza della vita di paese, della cultura delle nostre valli. In questo senso mi batterò contro le fusioni anti-popolari, che mirano a ridurre il numero di consiglieri comunali e accentrare il potere nei centri economici della finanza, l’industria e il turismo.

Pensi che la presenza comunista all’interno di un’istituzione come il consiglio comunale sia positiva e sostenibile?

Per un militante comunista, il fatto di rappresentare qualcuno in un’istituzione – per quanto borghese essa sia – significa anche acquistare la legittimità di criticare e proporre soluzioni più generali. Molti – anche all’interno dell’estrema sinistra – criticano il Partito Comunista perché si preoccupa di “aiuole e marciapiedi”. Io ritengo che una tale posizione permette di denunciare con più forza tutti quegli affari nell’ombra che spesso vedono invischiati i rappresentati dei partiti di governo (Lega, PLR, PPD e pure PS)! Il capitalismo è un sistema globale e proprio per questo va combattuto ad ogni livello: l’impegno locale è un elemento essenziale della costruzione di un movimento popolare sincero e combattivo. La lotta dei comunisti passa anche attraverso le istituzioni borghesi, fino al raggiungimento del nostro obbiettivo principale: il Socialismo.

Un caloroso ringraziamento va a Leo Schmid che ci ha gentilmente concesso quest’intervista ed invitiamo tutti gli elettori sensibili alle questioni legate al mondo del lavoro a sostenerlo votando LISTA 4 intestata a nome del Partito Socialista.

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