Il piano sionista per cambiare la demografia della Cisgiordania: la pulizia etnica continua!

Quando Israele inizia a trovarsi in difficoltà sia dal punto di vista militare (il cessate il fuoco in Libano e poi a Gaza) sia da quello politico (manifestazioni per le dimissioni del premier Netanyahu), ecco che l’imperialismo atlantico corre in suo soccorso creando dei diversivi che portino a far concentrare l’attenzione mediatica altrove: non è un caso che proprio mentre gli obiettivi sionisti su Gaza iniziavano a mettersi male, fosse tornata a riaccendersi la sanguinosa guerra in Siria. Gli occhi sono così stati dirottati sui terroristi filo-americani di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) definiti però da tutti abilmente come “filo-turchi”: una bella tattica per dividere la resistenza palestinese dal governo di Erdogan che la sostiene! Grazie a questa mossa, e con la fine del governo laico di Bashar al-Assad, alleato di ferro della Palestina, il regime sionista si sente ora un po’ meno sotto pressione nel procedere a implementare i suoi piani di sterminio del popolo palestinese, anche se forse con più discrezione.

I sionisti vogliono estendere il territorio di Israele

I coloni nella Cisgiordania occupata hanno infatti elaborato un piano per rafforzare la presa di Israele sul territorio palestinese e accelerare il percorso verso l’annessione. Lo ha riferito il quotidiano ebraico Israel Hayom lo scorso 1° dicembre 2024. Attivisti e funzionari israeliani di estrema destra hanno unito le forze sotto la direzione politica del parlamentare del Likud Avihai Boaron per stabilire “un piano realistico ma ambizioso per la Cisgiordania nei prossimi anni”. L’obiettivo è quello di creare “una strategia operativa pronta per essere implementata durante una potenziale amministrazione Trump”. Una riunione su questa prospettiva si è svolta di recente tra il presidente del consiglio dei coloni di Yesha, Israel Gantz, il suo CEO Omer Rachamim, il capo del consiglio di Shaar Shomron, Avi Roeh, e i leader di molti altri consigli dei coloni. “Siamo in un momento critico, una finestra di opportunità che possiamo sfruttare saggiamente o sprecare” ha detto Boaron: secondo lui  non basta disporre di 700’000 residenti e unità abitative aggiuntive tra quattro anni, l’approccio che egli sostiene mira invece a rendere la Giudea, la Samaria e la valle del Giordano inseparabili da Israele, “non solo creando dati demografici sul campo, ma trasformando radicalmente il quadro amministrativo della regione”. I modi pratici per imporre questa realtà includono il “ritorno al punto di decisione precedente agli Accordi di Oslo”, riferendosi essenzialmente allo scioglimento dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).

Il parlamentare Avihai Boaron sta raccogliendo una squadra per pianificare la definitiva sottomissione della Cisgiordania.

Più potere ai colonialisti ebrei e fine della prospettiva dei due Stati

Il piano sionista prevede anche l’ampliamento dell’autorità dei consigli dei coloni, conferendo di fatto alle autorità locali il controllo sulle aree interconnesse, non solo sulle aree di insediamento. Ciò vedrebbe i villaggi arabi ricadere sotto la completa giurisdizione israeliana. “La soluzione dei due Stati deve essere definitivamente rimossa attraverso chiare direttive politiche” (in pratica reprimendo chi si ostina a chiedere il riconoscimento dell’autorità nazionale della Palestina) ha dichiarato Boaron. Il suo piano prevede poi anche la costruzione di nuove città, tra cui “comunità dedicate” ai drusi e agli ebrei ultra-ortodossi: “questo cambiamento demografico modificherebbe radicalmente il carattere della regione” ha affermato un funzionario sionista che si attende grandi cose con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca: secondo il quotidiano ebraico Haaretz infatti il presidente eletto degli USA ha ricevuto la promessa da Miriam Adelson, la vedova del defunto imprenditore statunitense Sheldon Adelson, di sostenere la sua campagna presidenziale con almeno 100 milioni di dollari, in cambio del sostegno degli Stati Uniti all’annessione israeliana della Cisgiordania e al riconoscimento della sovranità israeliana sui territori occupati. Anche il giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh ha riferito il mese scorso, citando un funzionario di Washington, che Israele annetterà presto ufficialmente la Cisgiordania, occupata illegalmente nel 1967. Insomma: la prospettiva dei due Stati sta per tramontare definitivamente come aveva anticipato anche il Partito Comunista Palestinese, inascoltato da ampia parte della sinistra europea timorosa di essere accusata di “anti-semitismo” dai soliti mass-media mainstream.