“La scuola dovrebbe essere uguale per tutte le allieve e tutti gli allievi, da Airolo a Chiasso, indipendentemente da dove essi siano domiciliati. Con questa misura vi è il forte rischio che questo principio fondamentale non sia più garantito”. Così si esprimeva alcune settimane la Società Ticinese dei Docenti di Educazione Fisica (STDEF), che in un comunicato protestava contro il previsto taglio del contributo cantonale per le sezioni di scuola elementare in favore dei comuni. Senza il sostegno del Cantone per l’assunzione di docenti specialisti in educazione fisica e musicale, secondo la STDEF “l’allieva del comune finanziariamente debole potrebbe non più beneficiare di un docente specialista, contrariamente all’allievo di un comune finanziariamente più forte”. Insomma, una chiara disparità di trattamento contraria al principio delle pari opportunità di formazione sancita dalla Costituzione. Una disparità però tutt’altro che isolata: contestando le varie misure di risparmio previste nel settore educativo, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha denunciato l’obiettivo “antipedagogico e antidemocratico” dei promotori dell’austerità: “vogliono creare un sistema scolastico a due velocità”. Di fronte a questo attacco frontale alla scuola pubblica e al diritto all’istruzione, si è subito mobilitato il Partito Comunista, facendo intervenire i propri rappresentanti eletti e partecipando alla mobilitazione popolare delle scorse settimane.
L’intervento nei Comuni: emendato il preventivo di Bellinzona
Gli effetti di questa misura di risparmio non si sono d’altronde fatti attendere. Il Municipio di Bellinzona ha infatti proposto di ridurre di un terzo le ore di educazione fisica svolte dai docenti specialisti, passando dalle attuali tre a due ore settimanali di questa materia. Non si è fatta attendere la reazione dei consiglieri comunali comunisti Alessandro Lucchini e Massimiliano Ay, che hanno presentato un emendamento al preventivo 2025 della città per richiedere che venisse garantito il ricorso a docenti formati per l’insegnamento di materie speciali. Questa la motivazione degli eletti PC: “Si tratta di misure che, dal punto di vista contabile, non andranno affatto ad alleggerire strutturalmente il previsto disavanzo di oltre 13 milioni di franchi, ma che tuttavia avranno un impatto molto pesante sull’offerta educativa dei nostri bambini e quindi sulla qualità della scuola pubblica, senza contare dell’incertezza professionale che pone a numerosi insegnanti”.
Ay: “Un problema occupazionale, educativo e di equità geografica”
L’emendamento presentato nella capitale è nel frattempo stato superato dagli eventi: la scorsa settimana il parlamento cantonale ha infatti terminato l’esame del preventivo dello Stato, da cui è stata stralciata la misura di risparmio riguardante il contributo alle scuole comunali. Il Gran Consiglio ha approvato un emendamento congiunto presentato da Massimiliano Ay (PC) e dai sindacalisti Giulia Petralli (Verdi) e Claudio Isabella (Centro), oltre che dalla GISO e da MPS. Presentando l’emendamento in aula, il segretario del Partito Comunista ha duramente attaccato tale taglio: “questa misura avrà conseguenze gravi, non solo perché salterà la terza ora di educazione fisica, ma anche perché sorgeranno problemi dal lato occupazionale, soprattutto per i giovani insegnanti, e perché si crea una pericolosa discriminazione dei bambini su base geografica. Un precedente del genere non lo possiamo accettare come se nulla fosse: l’educazione fisica non è semplicemente buttar là un pallone per far divertire dei bambini, ma ha un valore educativo imprescindibile di socializzazione, di aggregazione, ma anche di salute pubblica”. Una argomentazione che ha convinto il plenum, che ha accolto l’emendamento con 53 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti.
Assicurare il contributo cantonale: presentata un’iniziativa parlamentare
Docenti, genitori e allievi possono dunque tirare un sospiro di sollievo: per l’anno 2025, la terza ora di educazione fisica nelle scuole comunali è assicurata in tutto il Cantone.
Molto soddisfatta la STDEF: “Una vittoria per la scuola ticinese. Le decisioni assunte in questi giorni dimostrano come la difesa di un’istruzione di qualità possa contare sul sostegno della popolazione e delle istituzioni. La STDEF continuerà a impegnarsi affinché l’educazione fisica, soprattutto in tema di revisione della legge sulla scuola, rimanga un pilastro fondamentale nel processo educativo, in un’ottica di promozione del benessere e della crescita armoniosa degli allievi ticinesi.”
Il taglio previsto quest’anno ha però evidenziato una lacuna legislativa che il Partito Comunista ha ritenuto cruciale colmare al più presto. La riduzione del contributo cantonale è stata infatti motivata dal Governo dal fatto che l’art. 32 della Legge sulla scuola dell’infanzia e sulla scuola elementare esplicita l’obbligo di disporre di un docente specialista unicamente per le lezioni di arti plastiche: disporre di insegnanti specialisti di educazione fisica e musicale non è dunque obbligatorio per legge!
Per evitare che in futuro si ripetano simili attacchi alle materie “speciali” della scuola dell’obbligo, la deputazione comunista in Gran Consiglio ha dunque presentato un’iniziativa parlamentare, con cui viene richiesta la parificazione di queste discipline alle altre per cui è necessario un docente con preparazione specifica. Per evitare un ulteriore “scaricabarile” dei costi sui Comuni, i deputati Lea Ferrari e Massimiliano Ay chiedono però anche che “il Consiglio di Stato adegui i decreti esecutivi di sua competenza sul relativo contributo finanziario cantonale”. Insomma, vinta una battaglia, rimane ancora da vincere la guerra per un’educazione completa ed equa da Chiasso ad Airolo.