Il naufragio della “Cosa Concordia”: si è fatto di tutto per salvare …i profitti della holding!

Troppo semplicistico e troppo comodo scaricare tutta la colpa del naufragio della nave da crociera “Costa Concordia” su un comandante esibizionista, irresponsabile e fellone, tipico esemplare di quel ceto dirigente formatosi nel contesto “culturale” del berlusconismo tutto veline, quiz demenziali dove vince solo l’apparenza, ecc. Vi sono responsabilità a monte, che vanno comprese e denunciate.

Gli inchini pubblicitari

Dagli interrogatori del comandante Schettino si viene a sapere in modo inequivocabile che la pericolosa pratica del cosiddetto “inchino”, era stata pianificata e voluta in tutto il mondo dalla “Costa” – società appartenente al monopolio statunitense “Carnival” – per cosiddette “ragioni pubblicitarie”, cioè in pratica per soldi!

Evitare l’evacuazione per non rimborsare i passeggeri

I lunghi colloqui avvenuti dopo l’impatto con lo scoglio fra Schettino e l’armatore sono stati volti a precise esigenze: evitare l’evacuazione della nave che avrebbe danneggiato l’immagine della società e determinato il pagamento della penalità ai passeggeri. In altre parole, mentre la nave colava a picco la prima preoccupazione, sono stati i bilanci della holding e i dividendi degli azionisti. Per questo la catena di comando che rispondeva agli interessi della multinazionale ha ritardato l’allarme e mentito alla Capitaneria di Porto, facendo perdere tempo prezioso per i soccorsi. Addirittura, fino a pochi minuti prima dell’affondamento è stato detto ai passeggeri che tutto era a posto, che potevano rientrare nelle loro cabine-sarcofago. L’irrefrenabile logica capitalista non si è fermata nemmeno davanti al rischio di disastro ecologico.

Si salvino ricchi e ufficiali, gli altri si vedrà…

Quando è cominciata l’evacuazione, il criterio seguito è stato quello di classe: precedenza agli straricchi (che magari potevano pagarsi “l’optional”), poi gli ufficiali, infine gli altri, fra cui bambini, donne, handicappati, nel caos più totale. Lo si vedrà anche dalle vittime, ad annegare sono coloro che col sudore si sono concessi una vacanza, non chi le crociere le fa regolarmente! Le evidenti responsabilità dell’armatore risultano poi dalla mancata applicazione delle norme di sicurezza, dalla mancata manutenzione, dalla scarsa preparazione del personale, etc. Il naufragio della Costa Concordia – una nave enorme, poco governabile in caso di incidente, pensata per abbassare i costi e imbarcare il più alto numero di viaggiatori paganti, con migliaia di marittimi precari, retribuiti con salari da fame (si lavora per 3 euro l’ora con turni massacranti) – mette in luce la logica del businness capitalista: profitto ad ogni costo contro l’essere umano e la natura.

Questo è il sistema che va affondato una volta per tutte e non basta pensarlo, bisogna fare ognuno la propria parte, iniziando ad organizzarsi nei sindacati e in un partito che lotti per la trasformazione sociale.

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