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Fra guerra e “rivoluzioni colorate”: il potere di persuasione di Re Carlo III

Da quando è diventato Re, il ruolo stesso di Carlo III come sovrano e la sua funzione simbolica di rappresentante dello Stato britannico sono stati messi in discussione (leggi qui), anche se ovviamente il solerte servizio pubblico radiotelevisivo svizzero si è ben guardato di dirlo, preferendo incensare il monarca con commenti di ridicoli opinionisti italiani. Il 27 marzo 2023, ad esempio, l’Associazione per il Diritto Costituzionale del Regno Unito ha pubblicato un articolo sulla visita di Ursula von der Leyen a Windsor ponendosi una domanda: chi definisce il ruolo costituzionale di Carlo? Secondo l’articolo in effetti “Re Carlo si è trovato al centro di una controversia dopo aver ricevuto Ursula der Leyen, presidente della Commissione Europea al Castello di Windsor, poche ore dopo che la stessa von der Leyen e il Primo Ministro britannico Rishi Sunak avevano annunciato il nuovo accordo sulla Brexit per l’Irlanda del Nord. L’incontro di Re Carlo con la von der Leyen è stato percepito come un sostegno pubblico al ‘Windsor Framework’, una proposta di accordo post-Brexit per la circolazione delle merci tra l’UE e il Regno Unito, che è di per sé una questione politica molto controversa”.

Dal “soft power” alla guerra

L’incontro di Carlo con Ursula von der Leyen è stato insomma percepito come una “notevole deviazione” dalla “neutralità politica” che ci si attende dal Re, e sembrava rispecchiare la sua volontà di intervenire attivamente nella vita politica del Paese attraverso il suo potere di persuasione (“soft power”). Il “soft power” è definito come un approccio persuasivo alle relazioni internazionali, che di solito implica l’uso di influenze economiche o culturali”. Tale approccio è tutt’altro che banale, e può includere anche l’intervento della polizia politica in operazioni eversive per portare a termine “rivoluzioni colorate” e provocare cambiamenti di regime quando gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e i loro alleati decidono che ciò è necessario per difendere i loro interessi in altri paesi.

Carlo III ha già dimostrato di voler intervenire in modo più marcato sulla scena politica britannica e mondiale.

Questo concetto di “soft power” è stato sviluppato ai tempi del governo socialdemocratico di Tony Blair, che per conto della Corona ha commesso crimini contro l’umanità in diverse parte del mondo, promuovendo guerre in alleanza con gli Stati Uniti e la NATO. Lo stesso concetto è stato nuovamente utilizzato nel marzo di quest’anno, quando Carlo III si è recato in Germania e ha incontrato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. I giornali atlantisti hanno riferito che la visita è stata un grande successo in termini non solo di “cerimoniale” ma anche di “persuasività”. Un’espressione, quest’ultima, usata per dare un aspetto innocuo e nascondere una motivazione politica molto più pericolosa.

Usare la Corona per persuadere

Nel 2014, sul sito web del Parlamento britannico, è stato pubblicato un rapporto intitolato “Il potere di persuadere e l’influenza del Regno Unito”. Il capitolo 4 di questo rapporto, intitolato “Le risorse del potere persuasivo del Regno Unito: il loro ruolo e la loro funzione”, afferma: “i giorni in cui il potere di questa nazione, o di qualsiasi altra nazione, poteva essere misurato dalle dimensioni delle sue forze armate o dalle modalità tradizionali di applicazione della legge, sono ormai lontani. Per difendere e promuovere gli interessi e gli obiettivi del Regno Unito è necessario utilizzare metodi nuovi, più morbidi e intelligenti, insieme ad approcci più antichi”. Con incontri con leader mondiali come quello che Carlo III ha avuto con Ursula von der Leyen e Frank-Walter Steinmeier, il monarca esce dal suo presunto ruolo meramente simbolico. Si usa il termine “simbolico” per illudere la popolazione che il Re sia neutrale, sopra le parti, e che è in qualche modo un attore indipendente e innocuo il cui ruolo sarebbe appunto quello di mantenere l’equilibrio e controllare le lotte tra fazioni. Lungi dall’essere “al di sopra della politica”, Re Carlo III si butta direttamente nella mischia, comportandosi più che altro come i presidenti degli Stati Uniti, della Francia e di altri Paesi, che sono i principali portavoce dell’industria bellica nei loro Paesi e a nome dell’alleanza USA/NATO di cui fanno parte. Con il regno di Carlo III, insomma, tutte le illusioni sulla natura simbolica del ruolo del monarca costituzionale crolleranno.