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Nel Commonwealth le generazioni più giovani iniziano ad alzare la voce contro la monarchia!

I liberi media mainstream europei fra cui il servizio pubblico radiotelevisivo svizzero – non si sono limitati a trasmettere la diretta dell’incoronazione del nuovo monarca britannico, ma si sono sentiti in dovere – accanto a giornaliste degne di un rotocalco gossiparo più che di una televisione statale – di invitare (e forse anche pagare?) commentatori esteri, sguaiatamente filo-monarchici, che non perdevano occasione di beatificare e idealizzare Carlo III e le tradizioni più retrograde della cerimonia. Nulla di nuovo, in realtà: era già avvenuto lo stesso in occasione del giubileo per i 70 anni di regno di Elisabetta II e al momento dei suoi funerali. In quell’occasione il nostro stesso portale aveva dato spazio ai movimenti anti-monarchici inglesi che altrimenti nessun altro media svizzero ha citato (leggi qui), ospitando anche l’opinione di un parlamentare ticinese (leggi qui).

I giovani comunisti del Commonwealth si organizzano contro il Re

E mentre tutto il mondo era obbligato a seguire sulle proprie televisioni nazionali le celebrazioni per un Capo di Stato straniero simbolo del peggior colonialismo, in Gran Bretagna qualcuno usciva dal conformismo e, nel silenzio assordante dei media, protestava contro un’istituzione anacronistica. Le organizzazioni giovanili dei Partiti Comunisti di Gran Bretagna, Giamaica, Canada e Australia hanno infatti firmato una dichiarazione pubblica molto critica sull’incoronazione di Carlo III, definita una “farsa”, e arrivando a chiedere “l’immediata abolizione della monarchia britannica”.

La Lega dei Giovani Comunisti britannici, l’Alleanza di sinistra della Giamaica per la democrazia nazionale e il socialismo, la Lega dei Giovani Comunisti del Canada e la Gioventù del Partito Comunista d’Australia hanno affermato senza mezzi termini come “l’incoronazione di Carlo evidenzia a una nuova generazione di giovani e di lavoratori in tutti i Paesi costretti a mantenerlo come capo di Stato che l’abolizione della monarchia rimane una questione urgente e importante. È fondamentalmente chiaro, ora più che mai, che i nostri Paesi devono abbandonare l’arcaica monarchia e adottare nuovi modelli democratici e repubblicani secondo le aspirazioni democratiche dei lavoratori delle nostre nazioni. Una minuscola setta meticcia di un’aristocrazia in decadenza non può e non potrà mai riflettere gli interessi dei lavoratori in Gran Bretagna o altrove”.

Uno sfarzo che cozza contro l’austerità imposta ai popoli

L’imposizione di un capo di Stato “oscenamente ricco, non rappresentativo e non eletto è offensiva per tutti i lavoratori” – scrivono le quattro organizzazioni giovanili – che condannano il fatto che un monarca detenga ancora dei poteri come la selezione dei governi. Ma non è solo una questione di principi etici, democratici ed egualitaristi, a spingere i giovani a ribellarsi: “la monarchia continua a essere un importante simbolo e strumento della classe dominante britannica e di altri Stati capitalisti e del loro apparato di mantenimento del controllo”. Le ricchezze della famiglia reale, i vasti appezzamenti di terra e le risorse in Gran Bretagna e nel mondo, rappresentano “secoli di ricchezza rubata ai lavoratori britannici e ai popoli oppressi e sfruttati delle colonie britanniche, compresi i profitti della schiavitù e della tratta degli schiavi”.

Un simbolo dell’imperialismo

La posizione di Carlo III come capo di Stato non solo della Gran Bretagna, ma anche di diverse ex-colonie e come capo del Commonwealth svolge, secondo i giovani comunisti, “un importante ruolo simbolico e ideologico nel mantenimento dell’imperialismo britannico nel mondo”. E questo, benché i media monopolistici cerchino di “canonizzare i Windsor come instancabili servitori pubblici”, essi in realtà “non hanno mai criticato l’impero coloniale razzista della Gran Bretagna o il loro ruolo in esso. Non si sono mai opposti alle azioni regressive, razziste e anti-democratiche nelle ex-colonie. Non si sono mai sottratti a consorziarsi con dittatori nell’interesse dell’imperialismo britannico. Anzi, hanno partecipato attivamente a tutto questo e ne hanno tratto profitto. In mezzo alla povertà non si vergognano di usare il denaro pubblico per i loro sfarzosi stili di vita e le loro cerimonie” insistono i citati movimenti giovanili di opposizione.

Libere elezioni e nazionalizzazione delle ricchezze dei Windsor

I giovani comunisti del Commonwealth chiedono insomma “l’immediata abolizione della monarchia e la sua sostituzione con un capo di Stato democraticamente eletto”. Ma oltre alla questione democratica, anche i bene non vanno trascurati, rivendicando “la nazionalizzazione delle proprietà della Corona e l’espropriazione della ricchezza personale della famiglia reale per il bene pubblico nonché la ridistribuzione e il risarcimento di tutte le ricchezze rubate dai Windsor alle ex-colonie britanniche”.