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Euro-Franco: l’intervento della Banca Nazionale lo pagheranno i lavoratori!

Alessandro Lucchini
Alessandro Lucchini sarà candidato al Consiglio Nazionale sulla lista del Partito Comunista.

La manovra della Banca Nazionale Svizzera che ha fissato a 1.2 la soglia minima Franco-Euro ha di fatto reso la Svizzera una sorta di fondo salva stati europeo. Mettere il limite a 1.20 è credere (o sperare) che l’Euro si rafforzi.  In quest’ottica l’errore è quello di pensare che la crisi della “moneta unica” stia per finire, mentre invece i dati macroeconomici sembrano dirci il contrario, e cioè che siamo solo agli inizi. Questa situazione porterà la Banca nazionale a comprare altre grossissime quantità di Euro nel caso in cui si verificassero nuove perdite di valore della moneta europea.
Questi soldi non resteranno sicuramente in soffitta, bensì saranno investiti in titoli di stato europei. In poche parole la Svizzera diventerà sempre più un grosso creditore dell’Eurozona, e dunque la Confederazione porterà i rischi di una sua possibile debacle.
Questa politica, sommata agli altri maldestri tentativi della Banca Centrale di sostenere l’Euro, causerà delle grosse perdite in bilancio, e dunque essa non sarà più in grado di distribuire i dividendi a Confederazione, Cantoni e Comuni.
Questa manovra sarà perciò pagata dai lavoratori, perché il Miliardo che la Banca Centrale mancherà di girare alla Confederazione da una parte o dall’altra si avrà la necessità di andare a riprendere, e senza un cambio di rotta radicale nella politica elvetica, i soliti continueranno a pagare la crisi di altri.
Una crisi causata da un sistema che ha perso ormai ogni credibilità ma che è ancora sostenuta dai Manager e gli azionisti che la nostra “destra” difende a spada tratta.
Quest’intervento salverà sì qualche posto di lavoro nelle industrie di esportazione, ma farà ricadere tutto il suo peso sui lavoratori stessi, mantenendo però invariati i margini di profitto dettati dalle aziende.
Invece di questa controproducente politica monetaria, sarebbe più sensato intervenire per far sì che la Banca Centrale diventi la Banca che difende gli interessi dei cittadini, e non più un’istituzione favorevole solo al grande capitale finanziario.
In questo senso sarebbe servito un altro tipo di manovra e cioè un pacchetto di salvataggio della popolazione (e non della finanza).
Stampando 40 miliardi e mettendoli a disposizione della Confederazione, si sarebbero potuto trovare soluzioni mirate e più incisive rispetto al debolissimo piano di 870 milioni deciso qualche settimana fa dai nostri consiglieri federali.
Come prima cosa risollevare le fasce deboli della popolazione e cioè coloro che stanno pagando più di tutti la crisi.
In quest’ottica sarebbe necessaria l’abolizione dell’IVA per i beni comuni, allo scopo di rilanciare i consumi, e una sua sostanziale riduzione nel settore del turismo.
Vitale è anche ri-investire nelle assicurazioni sociali e in un servizio pubblico di qualità, capace di offrire buone prestazioni a prezzi accessibili a tutti. Non da ultimo è importante un intervento a sostegno delle aziende in serio pericolo di chiusura, per chiarirci non quelle che si vedono diminuire gli utili da spartirsi tra azionisti, ma quelle costrette al licenziamento, con la clausola che in futuro queste non potranno più licenziare per motivi economici. Dopo questo vero intervento di salvataggio la Confederazione dovrà dare la caccia agli autori del crac finanziario, ritirando i loro bonus milionari.

Alessandro Lucchini, candidato al Consiglio Nazionale per il Partito Comunista

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