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Cosa si nasconde dietro l’abuso?

Il film Instinct, prodotto nel 2019 nei Paesi Bassi e propriettato in Piazza Grande alla 72° edizione Locarno Film Festival, tocca temi difficili senza lasciare però gli spettatori basiti o addirittura indignati. Il film ruota attorno alla vita di una psicologa di un istituto penitenziario (Carice van Houten) che prende in cura uno stupratore (Marwan Kenzari) di cui però, finemente manipolata dallo stesso, si innamora nonostante sappia molto bene a che cosa possa andare incontro.

Il film mostra in maniera confusamente lucida quanto è facile arrivare al punto di entrare in una relazione abusiva ed essere vittime di un forte gaslighting da parte di un’altra persona, senza che dall’esterno si possa davvero intravvedere lucidamente come si è arrivati a tal punto. Se il film ha un merito, è questo: quello di denunciare l’abuso psicologico estremamente presente nelle società occidentali, ancora forti di un retaggio patriarcale e che vedono nella coercizione illecita la sola forza fisica senza comprendere quanto possa essere difficile sottrarsi ad una dinamica malsana messa in atto da una persona con problemi narcisistici o con comportamenti abusivi.

La regista Halina Reijn ha voluto quindi esporre, senza veli, la difficile dinamica che intercorre in questi processi. Nonostante la psicologa sia stata cosciente fin dall’inizio delle inclinazioni del suo paziente, non è riuscita ad evitare la trappola finendo a portarlo in casa propria. Un disattento osservatore potrebbe ricondurre la colpa dello svolgimento anche a lei (ciò che pare legittima visto il suo ruolo di esperta nel campo, che dovrebbe dunque evitare errori del genere), ma la verità è che è molto facile cadere in una dinamica di abuso. Il problema che non viene sollevato dal film però è che le patologie che scatenano questo tipo di personalità sono estremamente presenti nei paesi a capitalismo occidentale. Il disturbo narcisistico di personalità, di cui soffrono molti colpevoli di abusi e molestie, è una piaga della nostra società che esiste, con queste caratteristiche, prevalentemente da questa parte del mondo.

Riuscire a mostrare l’osceno meccanismo manipolatorio che sta dietro a questo tipo di abusi è quindi importantissimo, al contempo però manca una denuncia esplicita alla nostra società che non combatte alla radice i mali del nostro tempo e permette che la psicologia e la psichiatria rimangano delle branche tabù, necessarie solo per disgraziati che devono essere riempiti di farmaci. Bisognerebbe invece rendersi conto che è tutto il contrario, e che questi problemi ci riguardano personalmente e più da vicino di quanto immaginiamo, e che rischiamo tutti di essere facilmente vittime di abuso. E ancora, che le cause vanno risolte alla radice, nei meccanismi economici e culturali malsani della nostra società, fomentati dal neoliberismo e dal consumismo degli ultimi decenni.

Samuel Iembo

Samuel Iembo è stato dal 2015 al 2020 coordinatore della Gioventù Comunista Svizzera. Dopo la maturità presso la Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona, ha iniziato un percorso accademico.