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Draghi e Merkel vogliono la finale per l’Unione Europea

Diritti civili, antirazzismo e nuova Guerra Fredda

Molto calcio, anche spettacolare, e molte polemiche, la fascia del portiere e capitano tedesco Manuel Neuer per i diritti LGBTQ+ non convince la UEFA, che però gliela permette, ma vieta allo stadio di Monaco di Baviera di illuminarsi coi colori del movimento per l’incontro con l’Ungheria, poi c’è chi nel solco del movimento statunitense contro il razzismo si inginocchia prima del fischio d’inizio e chi invece non si inginocchia, oppure chi lascia libertà ai giocatori di fare quello che vogliono, come l’Italia di Mancini, che intanto vince e convince sul campo, con il risultato che i politici italiani di tutti gli schieramenti han perso tempo a elogiare o deplorare, a seconda dei convincimenti, la mezza squadra inginocchiata o la mezza squadra in piedi. Forse bisognerebbe lasciare liberi i giocatori di decidere come comportarsi, uno, due, cinque, tutti o nessuno.

Poi si dovrebbe capire che in Russia quel gesto assume altri significati: nel 1961 l’Unione Sovietica inaugura a Mosca l’Università dell’Amicizia tra i Popoli e la dedica a Patrice Lumumba, rivoluzionario congolese, che ha liberato il Congo dal potere coloniale del Belgio, ucciso nel gennaio di quell’anno dopo un colpo di stato orchestrato da belgi e statunitensi, allora difensori delle leggi segregazioniste nella maggioranza dei cinquanta stati che compongono quella nazione. Dal 1880 al 1960 il Belgio, in quella che è oggi la Repubblica Democratica del Congo, è stato protagonista di pulizie etniche e genocidi ai danni del popolo congolese che nella storia hanno ben pochi paragoni, dieci milioni di morti accertati, ma gli studi più recenti triplicano quella cifra arrivando a trenta milioni, di cui purtroppo mai ci si ricorda, neppure in Belgio. Lukaku, nato a Kinshasa, capitale di quella nazione, si inginocchia sempre e alza il pugno, anche a San Pietroburgo, il suo è un monito verso chi deve chiedere scusa, non i russi, che sono sempre stati dalla parte dei popoli in lotta contro il colonialismo, il neo-colonialismo, l’imperialismo e il razzismo. Artëm Dzjuba, capitano russo, ha per altro aggiunto che “i russi si inginocchiano solo davanti a Dio, alla Russia e alla propria donna per chiederle di sposarsi!“. Il pubblico pietroburghese poi ha fischiato perché nel gesto del movimento “Black Lives Matter” riconosce, più che la lotta al razzismo, un atto ostile contro la Russia, visto il sostegno allo stesso movimento offerto da Biden. Dunque i russi hanno interpretato con molte ragioni quel gesto non come solidarietà mondiale contro il razzismo, ma come gesto politico contro la Russia, confermato dalle parole di odio e di guerra pronunciate da tutti i capi di stato e di governo occidentali nelle stesse ore sotto la regia di Biden al G7 in Cornovaglia e poi a Bruxelles, per una riunione della NATO contraddistinta da affermazioni bellicose contro Cina e Russia.

Altra polemica riguarda il luogo della finale, al momento dovrebbe essere il mitico stadio londinese di Wembley, sponsor e interessi corrono tutti per confermare questo appuntamento, ma Mario Draghi e Angela Merkel colgono l’occasione per recuperare qualche punto nei sondaggi “pretendendo” l’uno che si disputi a Roma, l’altra che si giochi a Monaco di Baviera, la scusa accampata sarebbe il diffondersi della variante indiana del Covid per le strade della capitale britannica, ma la partita è tutta politica, perché l’Unione Europea non vuole una finale fuori dai suoi confini.

Subito a casa turchi, russi e finlandesi

Eliminate Russia, Turchia, un tracollo inaspettato con tre sconfitte, sprecando il grande lavoro svolto in tanti mesi di costruzione di un accorto gioco difensivo, Finlandia, capace di una sola vittoria all’esordio con i danesi, in una partita sospesa per due ore e che verrà per sempre ricordata per il malore di Eriksen, il cui cuore – fermatosi – ha poi fortunatamente ripreso a battere, Slovacchia, Macedonia del Nord, con l’abbandono della nazionale da parte di Goran Pandev applaudito da tutto lo stadio ad Amsterdam nel momento in cui ha lasciato il campo di gioco, Scozia che conferma il primato negativo di non essere mai riuscita tra mondiali ed europei a passare il primo turno, Polonia, con Lewandowski che ha provato quasi da solo a tenerla tra le grandi, infine Ungheria, davvero valorosa, capace prima di impattare 1 a 1 con i francesi, poi quasi annichilire ed eliminare i tedeschi a casa loro, a Monaco di Baviera, reggendo a lungo il 2 a 1 e cedendo al pareggio solo nel finale, sarebbe stata, in questo secondo incontro ufficiale tra le due squadre, dopo la finale rubata per doping dai tedesco-occidentali ai mondiali del 1954, una rivincita di dimensioni colossali e avrebbe garantito il passaggio del turno per le maglie rosse e il loro bravo allenatore Marco Rossi.

La Svizzera elimina i campioni del mondo

Gli ottavi hanno regalato qualche sorpresa. L’Italia, scesa in campo agitata e impaurita, ha superato a fatica gli austriaci per 2 a 1 dopo i supplementari, grazie a due reti siglate dai subentranti Chiesa e Pessina, che forse avrebbero meritato di giocare fin dal primo minuto. Il Belgio si è imposto di misura per 1 a 0 sul Portogallo, già passato rocambolescamente come terzo e troppo aggrappato al solo estro di Cristiano Ronaldo, che con i due rigori rifilati ai francesi eguaglia il primato di 109 marcature con la maglia della nazionale dell’iraniano Ali Daei,che ne rivendica in ogni caso un paio in più, e supera con ventuno reti quello del tedesco Miroslav Klose fermo a venti tra mondiali ed europei.

La vincente di Italia – Belgio incontrerà in semifinale quella di Svizzera – Spagna. Gli elvetici hanno compiuto un’impresa contro i campioni del mondo, in cui gli errori di Mbappé, non solo l’ultimo rigore, hanno vanificato la doppietta di Benzema e il temporaneo 3 a 1 di Pogba, tuttavia proprio la sfacciata arroganza di quest’ultimo e di tutti i suoi compagni è stata giustamente e severamente punita dalle reti rossocrociate di Seferović e Gavranović nei dieci minuti finali, poi da ultimo i rigori hanno coronato il trionfo costruito con intelligenza tattica dal tecnico degli svizzeri Vladimir Petković e del suo vice Antonio Manicone. La giovane e dinamica Spagna, pur con qualche svarione e qualche leggerezza, si è imposta sui vice-campioni del mondo croati di Modric e Pašalić, con un rotondo 5 a 3 dopo i supplementari.

Nell’altra parte del tabellone l’Ucraina di Andrij Ševčenko e del suo vice Mauro Tassotti si impone 2 a 1 sugli svedesi, penalizzati da un’espulsione, se la vedrà con l’Inghilterra, la sola che abbia giocato in casa l’ottavo di finale e che dopo il quarto a Roma potrà giocare nel suo stadio a Wembley, con la simpatia riconoscente del presidente della UEFA Ceferin, felice del contributo del governo inglese per aver fatto saltare la Superlega dei club. Gli inglesi in parte inaspettatamente si sono imposti sui tedeschi, che hanno regalato prove opache ad esclusione del 4 a 2 ai lusitani e sono avviati alla rifondazione della nazionale dopo quindici anni sotto la guida dell’allenatore Joachim Löw, che può vantare solo un mondiale vinto con gran merito in Brasile nel 2014 e molte partecipazioni modeste ai europei e mondiali, il nuovo tecnico della nazionale teutonica sarà Hansi Flickel, già alla guida del Bayern Monaco. La vincente di Ucraina – Inghilterra giocherà con chi uscirà vittorioso tra Repubblica Ceca – Danimarca. I ceki, nonostante l’arcigna concretezza dei tulipani diretti dal dimissionario Frank de Boer, sono riusciti a imporsi 2 a 0, rinfocolando le critiche contro il gioco difensivo del tecnico, perché in Olanda perdere giocando d’attacco è ammesso, non difendendosi. I secondi impostisi sui modesti gallesi per 4 a 0.

Intanto Brasile ed Argentina dominano una Coppa America che si sta disputando parallelamente e senza sorprese in terra carioca, con finale il giorno prima di quella europea, nel Perù brilla e segna Gianluca Lapadula, pugliese di madre andina e attaccante del Benevento. Nel frattempo il presidente cinese Xi Jinping festeggia il nuovo collega iraniano Ebrahim Raisi e sottoscrive un accordo economico e commerciale di quattrocento miliardi di dollari e la Cina e celebra con grandi feste i cento anni del Partito Comunista Cinese, il mondo multipolare avanza.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.