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La sinistra ticinese torna in piazza per il 1° maggio. Ay (PC): “necessario un segnale unitario”

Dopo oltre un anno di mobilitazione ridotta a causa della pandemia, il movimento sindacale e la sinistra ticinesi sono tornati in piazza in occasione della Festa dei lavoratori del 1° maggio, un’occasione sfruttata – malgrado la copiosa pioggia abbattutasi sulla manifestazione svoltasi a Bellinzona – per tornare a dare voce al mondo del lavoro, duramente colpito in questi mesi dalle conseguenze del COVID-19. Crescita del precariato, aumento delle disuguaglianze, riduzione dei diritti e peggioramento delle condizioni di lavoro: svariate sono state le tematiche toccate dagli oratori intervenuti sul palco di Piazza Governo, che quest’anno è stato aperto anche alle forze politiche.

L’USS in prima linea contro privatizzazioni e precariato

La manifestazione è stata aperta da Graziano Pestoni, presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) Ticino e Moesa, che ha esordito ricordando le attuali difficoltà dei lavoratori più precari – i primi ad essere licenziati – e dei redditi più bassi, il cui potere d’acquisto è crollato a causa del lavoro ridotto. Di fronte all’emergenza sociale provocata dalla pandemia, non mancano tuttavia le sfide a cui il movimento sindacale dovrà rispondere con forza e coesione. Oltre alla privatizzazione di Postfinance e all’aumento dell’età di pensionamento delle donne, Pestoni ha citato fra queste anche l’accordo quadro con l’UE (leggi qui): “la sua adozione porterebbe al peggioramento delle condizioni di lavoro, al dumping sociale, alla privatizzazione dei servizi pubblici, ad una perdita di diritti per i cittadini. Un vero disastro: dobbiamo quindi prepararci al lancio di un referendum!“.

Il presidente dell’USS Ticino e Moesa Graziano Pestoni con la deputata comunista Lea Ferrari.

A seguirlo al microfono è stato Angelo Stroppini, segretario del Sindacato del personale dei trasporti (SEV), che ha appena lanciato una raccolta firme contro la privatizzazione del servizio di pulizia delle stazioni FFS (leggi e firma qui): per Stroppini, “la privatizzazione di parti delle ex regie federali è davvero subdola: ad essere toccati sono i lavoratori temporanei usati per la pulizia, che di temporaneo hanno però ben poco: molti di loro vengono infatti impiegati per oltre i 5 anni dalle FFS!“. Questi lavoratori precari nutrono la speranza di ottenere un contratto indeterminato, ma le loro legittime aspirazioni vengono regolarmente disattese (al punto che il ricorso al lavoro temporaneo è divenuto la regola in svariati comparti delle FFS, come ad esempio alle Officine di Bellinzona): per questo la pressione sindacale deve continuare a rimanere elevata!

Fra gli interventi dei rappresentanti dell’USS, da segnalare anche quello di Angela Parisi-Spada, delegata di syndicom per la logistica. Nel suo intervento, Parisi-Spada ha ricordato come la crescita dei ritmi di lavoro in questo settore sia stata impressionante durante la pandemia: ciononostante, ai lavoratori della logistica che hanno messo a repentaglio la propria salute in questi mesi ancora non vengono riconosciute delle adeguate condizioni di lavoro, spesso precarie ed estenuanti (leggi qui). Secondo Parisi-Spada, la pandemia ha però anche permesso di mettere in evidenza la centralità e l’importanza del servizio pubblico: “la Posta, in tutti i suoi comparti ha dimostrato di essere un’azienda solida anche in un momento così complesso. Ciò dimostra come non ci si debba necessariamente piegare alla privatizzazione, continuando a chiudere uffici postali e peggiorando le condizioni di lavoro dei dipendenti“.

Il coordinatore del SISA Rudi Alves sul palco del 1° maggio.

Alves (SISA): contro la scuola di classe, solidarietà con i lavoratori

A nome del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è intervenuto il coordinatore Rudi Alves, che ha esordito ricordando come “la pandemia ha peggiorato la vita a molti, ma non a tutti, perché, ed importante ricordarselo, non tutti siamo uguali di fronte alle crisi, persino di fronte a quelle sanitarie“. Fra coloro che sono stati maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria vi sono proprio i giovani in formazione, precarizzati, stressati e marginalizzati: “in tutto questo la scuola gioca in questa società un ruolo fondamentale:
attraverso il mito della meritocrazia, la scuola legittima le già arbitrarie disuguaglianze sociali, esclude gli studenti delle fasce popolari ed inculca l’idea che l’attuale sistema sociale ed economico sia giusto
“.

Per Alves, “gli interessi degli studenti e degli apprendisti convergono con quelli dei lavoratori, perché senza una stabilità finanziaria, a pagarne le spese sono anche i più giovani! Perché con le attuali condizioni in cui riversa il mercato del lavoro, per i giovani trovare un lavoro degno è sempre più difficile e quando lo si trova, questo è temporaneo e sottopagato!“. Per questo la partecipazione unitaria degli studenti alla Festa dei lavoratori è cruciale in un’ottica di convergenza delle lotte: Alves ha concluso affermando infatti che “dobbiamo opporci, dobbiamo farlo subito, lottando e rafforzando il movimento sindacale in tutti i settori per costruire l’alternativa nella scuola come nel lavoro!“.

La municipale di Serravalle Lea Ferrari ha insistito sull’importanza della sovranità alimentare.

Ferrari (PC): basta contadini precari, sì alla sovranità alimentare!

Dopo i rappresentanti sindacali, il palco è stato lasciato ai partiti ed alle organizzazioni politiche. Fra di loro, la deputata e municipale di Serravalle Lea Ferrari ha preso la parola a nome del Partito Comunista, ricordando come sia stato dimostrato come la pandemia abbia colpito più duramente le fasce meno abbienti della popolazione. Una realtà che cozza con la cecità della maggioranza borghese: “nel parlamento alle nostre spalle, siede chi ha negato per mesi che il posto di lavoro fosse un luogo di contagio e siede anche chi non si vergogna di dire che è giusto che i poveri mangino junk food, cibo spazzatura, dopo tutto, sono sempre calorie e permettono di sopravvivere“.

Un atteggiamento verso la salute pubblica che il Partito Comunista ha sempre contestato, sia sul piano sanitario che su quello alimentare. A questo proposito, Ferrari ha approfittato della manifestazione sindacale per ricordare l’imminente votazione sulla sovranità alimentare, che il popolo ticinese dovrà decidere se inserire in Costituzione il prossimo 13 giugno: “la votazione di giugno deve poter essere un’occasione per iniziare un vero dibattito sul sistema alimentare che vogliamo per il futuro e dare la possibilità di rivalutare il nobile lavoro che i nostri agricoltori fanno ogni giorno, cioè nutrirci!“.

Frei (GC): “dobbiamo lottare contro il precariato giovanile!”

In rappresentanza della Gioventù Comunista (GC) è intervenuto il coordinatore Luca Frei, che ha ricordato come “prima della pandemia non si può certo dire che fosse tutto rose e fiori: disoccupazione, dumping salariale e occupazionale, precariato, insomma, lo sfruttamento era già all’ordine del giorno. La pandemia, con la crisi economica ad essa legata, non ha certo creato nuovi problemi, bensì ha esacerbato quelli già esistenti“. Problemi di cui i giovani comunisti hanno ampiamente discusso nella loro recente assemblea (leggi qui).

Il coordinatore della GC Luca Frei sul palco del 1° maggio a Bellinzona.

Nel suo intervento, Frei ha portato l’attenzione su uno dei gruppi sociali più toccati da questo fenomeno: “Fra le persone maggiormente colpite dal precariato dilagante troviamo anche studenti, apprendisti e giovani lavoratori, costretti a vendere la propria forza-lavoro a condizioni sempre peggiori – sia durante la propria formazione che una volta entrati nel mercato del lavoro. Stages non pagati, contratti precari e salari irrisori stanno infatti divenendo la norma tra le generazioni più giovani, per cui il “posto fisso” ed i diritti ad esso connessi non sono ormai che un miraggio“. Ragion per cui la Gioventù Comunista ha lanciato una petizione contenente svariate rivendicazioni in materia (leggi e firma qui), tra cui maggiori tutele per i giovani in formazione, la fine dello sfruttamento degli stagisti e un maggior sostegno all’inserimento professionale dei giovani.

Ay (PC): “importante riprendersi la piazza, ma in modo unitario!”

Soddisfatto della buona riuscita della manifestazione sindacale il segretario del Partito Comunista e deputato Massimiliano Ay: “dopo la pausa forzata dello scorso anno, era importante, pur con tutte le precauzioni sanitarie del caso, riprendersi la piazza per ribadire le priorità della giustizia sociale e dei diritti dei lavoratori“. Non mancano però le critiche a chi ha deciso di minare il carattere unitario della Festa dei lavoratori (il Movimento per il socialismo (MPS) di Giuseppe Sergi ha infatti convocato una sorta di contromanifestazione che si è sovrapposta a quella sindacale svoltasi in Piazza Governo): “deploriamo che vi sia stato chi ha preferito, per motivi di mera propaganda partitica, organizzare un corteo divisivo a pochi metri di distanza, piuttosto che valorizzare il fattore unitario garantito dai sindacati. Dividere i lavoratori in questa fase è una decisione che riteniamo ben poco responsabile!“.

Secondo il segretario del PC, “per i nostri giovani militanti è stato importante tornare in piazza”.