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Mentre i comunisti siriani lottano per la pace, lo YPG invita gli USA a bombardare la Siria!

Il nostro portale ha più volte analizzato il separatismo etnico in Siria, arrivando alla conclusione che – nonostante simbolismi e retorica “comunista” – non avesse nulla di progressista e che nel sostenere le organizzazioni curde come PKK, YPG o PYD, la sinistra europea si stesse illudendo pesantemente. Sul fronte della sinistra, in effetti, le voci anti-conformiste sul delicato tema “Kurdistan” sono molto poche: oltre ai comunisti svizzeri guidati da Massimiliano Ay, anche il giornalista italiano Fulvio Grimaldi (già editorialista di “Liberazione”, l’allora quotidiano di Rifondazione Comunista) e il sociologo marxista James Petras si sono espressi criticamente.

pyd_felice_bombardamentoIn un articolo del 2014 (leggi) da noi tradotto, la redazione svizzera di Kommunisten.ch aveva pure riportato le dichiarazioni di Cemil Bayik, uno dei dirigenti del PKK, che ammetteva la subalternità agli interessi degli Stati Uniti. Ma la storia si ripete: come riporta il portale di informazione italiano “L’interferenza” (leggi) in un articolo del sempre ben documentato Stefano Zecchinelli, negli scorsi giorni, a seguito del bombardamento statunitense contro la Siria, il leader dei guerriglieri curdi dello YPG Salih Muslim ha dichiarato: “gli USA non devono solo bombardare il regime, ma tutte le forze che usano la violenza contro i civili”. Si tratta di una dichiarazione pesante, non solo poiché di fatto è un sostegno alla guerra d’aggressione, ma perché esplicita la propria avversione al Partito Socialista Siriano “Baath” al governo a Damasco, che non è mai stato anti-curdo ed è anzi alleato del Partito Comunista Siriano guidato dal deputato Ammar Bagdache, il quale gode di ampio sostegno proprio delle aree a maggioranza curda della Siria e che ha chiamato alla resistenza il popolo siriane (di tutte le etniee) contro gli imperialisti.

Non è tutto: i separatisti dello YPG hanno pure ammesso che “Trump ci aiuta più di Obama”. Non deve stupire che lo YPG, considerato in Europa un’organizzazione comunista e libertaria, arrivi a lodare quello stesso Trump che la sinistra occidentale vede come il fumo negli occhi, infatti nel Rojava (cioè il territorio siriano sotto controllo dello YPG) le basi militari americane già esistono, e da tempo!