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Il Partito Comunista Unificato Siriano a Congresso. Parola d’ordine: “lotta al terrorismo!”

Pochi sanno che la Siria non è quella dittatura che presentano i media occidentali, ma è un paese governato da una coalizione di partiti progressisti in un regime politico in cui non solo è riconosciuto il pluripartitismo ma anche una regolare opposizione istituzionale.

A reggere le sorti del Paese è attualmente il Baath, un partito socialista e pan-arabista, che esprime il Presidente della Repubblica, il medico Bashar Al-Assad. Accanto ai socialisti vi sono altri partiti minori di stampo patriottico che esprimono vari ministri, ma non bisogna scordarsi come vi siano anche ben due partiti comunisti: il Partito Comunista Siriano (PCS) di impostazione marxista-leninista e guidato da Ammar Bagdache (una cui intervista avevamo già pubblicato: leggi) e il Partito Comunista Unificato (PCU), una formazione considerata più riformista. Ed è proprio quest’ultimo partito a interessarci oggi, avendo appena avviato, infatti, i lavori del proprio XII Congresso tutto incentrato sulla politica di sicurezza e contro il terrorismo che sta insaguinando il Paese che mantiene vari elementi della passata cultura sovietista.

Il PCU ha ribadito il proseguimento della propria lotta con il popolo e la classe operaia, ma anche con l’esercito repubblicano e il legittimo governo a guida baathista. Il segretario generale del PCU, Husein Nemer, ha sottolineato come di fronte all’offensiva imperialista contro la Siria, la priorità assoluta dei comunisti è attualmente quello di “difendere la patria e continuare a lottare per eliminare i gruppi terroristici che operano in Siria dal 2011”, commemorando i martiri comunisti assassinati dagli islamisti dell’ISIS e dall’organizzazione filo-occidentale denominata “Esercito Libero Siriano”. Come il nostro portale denunciava già nel 2011 in questo articolo (leggi) la situazione di instabilità che oggi soffre la Siria è ormai del tutto eterodiretta dall’imperialismo europeo e atlantico.

Il leader comunista ha ringraziato particolarmente per la solidarietà internazionale, in particolare citando l’aiuto decisivo della Federazione Russa sul piano diplomatico e militare, ma anche Corea del Nord, Cuba, Venezuela e Brasile. Nemer ha pure ricordato l’impegno di Hezbollah, il partito musulmano sciita alleato dei comunisti libanesi che ha inviato dei militanti in Siria per difenderne la sovranità e ha poi ceduto la parola per un saluto anche all’ex-presidente della Federazione Sindacale Mondiale Shaban Azuz, dirigente del Baath, nonché Abu Ahmed Fouad, segretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).

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