Secondo quanto fatto trapelare alcune settimane fa dal quotidiano sangallese Tagblatt grazie alle testimonianze di alcuni insider (leggi qui), vi è un pessimo clima interno al Dipartimento Federale degli Affari Esteri, da quando nel 2017 il Consigliere Federale Ignazio Cassis ha scelto Markus Seiler quale nuovo Segretario Generale dello stesso dipartimento. Ricordiamo che Seiler è stato per vari anni il numero uno del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), cioè i servizi segreti elvetici, ed è stato invischiato nel caso Crypto AG, quando venne scoperto che un’azienda svizzera permetteva alla CIA e alla BND tedesca di accedere tramite i propri prodotti ai sistemi di comunicazione criptata estera, così come nel caso della spia elvetica Daniel Moster, accusato in Germania di spiare gli ispettori del fisco tedesco a caccia di fortune nascoste in Svizzera. Insomma, non propriamente la persona più integra per un ruolo così delicato.
Seiler, ma anche lo stesso Cassis, sono accusati dai diplomatici di carriera di aver creato un sistema arbitrario all’interno del Dipartimento. Non solo si denunciano la circolazione di numerose male lingue e il ricorso ad attacchi personali all’interno del DFAE, ma anche il maltrattamento ed addirittura l’allontanamento di alcuni diplomatici di punta, messi in disparte perché ritenuti più competenti che i due al comando della diplomazia elvetica. Emblematici sono i casi di Alexander Fasel, considerato dagli insider il migliore ambasciatore elvetico in circolazione, inviato in Egitto invece che a Bruxelles, oppure del Segretario di Stato Roberto Balzaretti, fedelissimo di Cassis, dimesso dalle sue funzioni non solo per la sua fallimentare trattativa sull’Accordo quadro con l’Unione Europea e per la sua troppa accondiscendenza verso Bruxelles, ma anche come ammonimento da inviare a tutti i funzionari degli affari esteri.
Sempre secondo gli stessi insiders, il ministro degli esteri, Ignazio Cassis, viene visto come debole nei confronti di Seiler, tanto che molti diplomatici vicini sia al Partito Socialista Svizzero che allo stesso partito di Cassis, il Partito Liberale Radicale Svizzero, avrebbero espresso il desiderio che il DFAE fosse dato in mano a Alain Berset (PSS), ritenuto più idoneo e vicino alla tradizione diplomatica e umanitaria elvetica. A questo proposito, va sottolineato come questi rappresenti comunque un profilo europeista ed atlantista, quando è in realtà necessario un ministro degli esteri che riaffermi la neutralità svizzera dinanzi all’UE e agli Stati Uniti e che si adoperi in favore del multipolarismo a livello mondiale. Tornando a Cassis, è però significativo che lo stesso ministro sia inviso ai propri colleghi liberali.
I fatti qui descritti evidenziano quanto sia pericoloso mettere a capo della diplomazia un ex dirigente dei servizi segreti, per lo più se lo stesso personaggio, col proprio operato, ha messo a rischio sia la reputazione diplomatica che la neutralità elvetiche, come i casi Crypto AG e Daniel Moster dimostrano, lavorando così de facto come quinta colonna americana nella nostra diplomazia. Speriamo dunque che venga selezionato per tale funzione qualcuno di più idoneo e veramente legato alla migliore tradizione diplomatica svizzera, come pure che Cassis riaffermi col proprio operato nei prossimi tempi i valori della neutralità e dell’indipendenza dagli States e dalla NATO, in favore di un mondo multipolare e di pace.