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La nuova legge sulla CO2 fa discutere la sinistra ticinese

La revisione della legge federale sulla CO2 approvata dalle camere lo scorso autunno ha da tempo aperto una profonda discussione in seno alla sinistra svizzera: da un lato, troviamo il Partito socialista ed i Verdi schierati in difesa della riforma, considerata un primo passo nella giusta direzione; dall’altro, alcune sezioni cantonali del movimento “Sciopero per il clima”, sostenute da varie sigle della sinistra alternativa (Partito Comunista, SolidaritéS, ecc.), che hanno invece deciso di lanciare il referendum “per un’ecologia sociale”.

Secondo questa contrapposizione, anche le sezioni giovanili dei partiti di sinistra si sono divise tra favorevoli e contrari: mentre la Gioventù socialista e i Giovani Verdi si sono schierati in favore della riforma, la Gioventù Comunista ha espresso il suo sostegno al referendum (leggi qui). In Ticino però, le cose sembrano essere un po’ più complesse.

Per la GISO ticinese, la riforma è “un compromesso a favore della destra”

Di pochi giorni fa è il comunicato stampa della sezione ticinese della Gioventù socialista (leggi qui), con cui viene fatta chiarezza circa la sua posizione in merito alla nuova legge sulla CO2. Benché la GISO ticinese avesse già deciso in luglio di non sostenere la riforma (e già questo è un dato eclatante!), la decisione relativa al referendum è stata presa solo il 20 dicembre, quando la sezione giovanile del PS si è pronunciata per la libertà di firma.

La principale ragione per la quale la GISO non si è schierata esplicitamente in favore del referendum è legata al ruolo giocato dall’UDC e dalla lobby petrolifera nella campagna di raccolta firme: “non sosteniamo attivamente il referendum in quanto è promosso da attori che sono mossi da ragioni fondamentalmente sbagliate: il negazionismo climatico”.

Non mancano però le dure critiche al partito adulto: “la GISO resta comunque fortemente critica verso la legge e pensa che se il referendum non è dei migliori è anche colpa del Partito Socialista, ticinese e svizzero”. Il compromesso accettato a Berna va infatti essenzialmente a favore della destra economica: per la GISO, “sostenere questa legge equivale a sostenere il fanatismo liberista degli ultimi quarant’anni cercando di conciliarlo all’ecologia, cosa chiaramente impossibile. Restiamo convinti che il cambiamento climatico non si possa fermare con dei meccanismi di libero mercato i quali, tra l’altro, ne sono la causa”.

Critica la Gioventù comunista: quello della GISO è un “sostegno monco”

Immediata la reazione della Gioventù comunista (leggi qui), impegnata da mesi nella raccolta firme contro la revisione della legge sulla CO2: “la GC non può dunque che felicitarsi di questa recente dichiarazione della GISO: la sinistra tutta dovrebbe opporsi a tali misure anti-sociali”.

I giovani comunisti non mancano però di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “meglio tardi che mai, certamente, ma queste dichiarazioni tardive e monche, con tanto di critica al ‘partito adulto’ che sostiene la legge, sembrerebbero avere una certa componente di natura opportunistica”. In particolare, viene criticata l’argomentazione secondo cui il sostegno al referendum andrebbe ad unico vantaggio dell’UDC, quando esiste invece un comitato referendario di sinistra che agisce con argomenti propri e ovviamente opposti a quelli della destra. Inoltre, la libertà di firma non garantisce alcun aumento consistente del numero di firme raccolte, benché la riuscita del referendum di sinistra sia messa seriamente a rischio dalle difficoltà poste dalla pandemia.

In ogni caso, lo sguardo è rivolto al futuro: “la GC invita la Gioventù Socialista ad unirsi a lei attivamente nella raccolta in queste ultime settimane a disposizione e, se il referendum riuscirà, anche durante la campagna di votazione, così da dar man forte alle argomentazioni di natura sociale opposte all’ingiusta legge sulla CO2”.

Per il segretario del PC, solo l’unità consentirà di vincere la battaglia

La posizione dei giovani socialisti ha colpito favorevolmente Massimiliano Ay, il segretario del Partito Comunista – l’organizzazione che più di tutte tira il carro referendario nella Svizzera Italiana – che rileva: “è una posizione che mi ha stupito in positivo: almeno sul fronte giovanile la sinistra di fatto ha saputo smascherare la tattica del green washing con cui il capitalismo cerca di superare la propria crisi”. Sul vivace scambio di battute fra i due movimenti giovanili, Ay cerca la sintesi: “posso capire la delusione dei giovani comunisti che avrebbero preferito che la GISO si schierasse già in estate. Questo avrebbe contribuito non solo a diminuire la confusione che vi è fra la base della sinistra sul tema, ma anche a contrastare l’egemonia che l’UDC potrà avere sul dibattito pre-voto. Ma proprio per questo ora occorre lasciar stare tutte le polemiche e compattarsi: abbiamo ancora pochi giorni per fare in modo che il referendum di sinistra porti in dote più firme possibili”.