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Divertimento per i giovani? Sempre più mercificato e lontano dai bisogni reali.

Il divertimento è un momento fondamentale che caratterizza la vita dei giovani (e non solo), un aspetto che permette di equilibrare la frenesia della nostra esistenza, ma nel nostro cantone come vivono i giovani questo momento?

A mio modo di vedere esistono vari problemi al riguardo: primo fra tutti è il fatto che un giovane, normalmente, per passare una serata fuori casa (e anche questo fa parte del processo di crescita e di responsabilizzazione) spende cifre non indifferenti, essendo tutti i pochi spazi di ritrovo giovanile a scopo di lucro. Oppure può capitare che i giovani si ritrovino in qualche luogo all’aperto a consumare alcool o droghe leggere se non addirittura sostanze di ben altra entità (e ciò non lo dico come constatazione moralista, quella la lascio fare ai preti o chi per essi) e anche qui si spendono cifre non irrisorie. Raramente, poi, anche se in apparenza sono molti e vengono ampiamente mediatizzati, alcuni ragazzi per situazioni di disagio che la società tende a sottovalutare, sfogano la noia attraverso la violenza, dando origine ai fatti di cronaca che risaltano spesso sui giornali. Ma si sa: fa più rumore un albero che cade che uno che cresce!

Quale è stata la risposta della classe politica ticinese? Molto spesso il silenzio o la strumentalizzazione dei fatti peggiori per favorire misure repressive, quali per esempio il coprifuoco o il carcere minorile. Poco ci manca e verrà proposta l’introduzione delle pene corporali per i “giovani maleducati”. Tali proposte, che dispongono di un minimo comune denominatore che è la repressione, non portano assolutamente a niente: esse altro non sono che un tentativo vecchio stile per arginare un problema le cui cause sono molteplici e complesse e che per poter affrontare occorrono due cose: la volontà di investire anche finanziariamente in progetti di integrazione sociale dei giovani nell’ottica del futuro e la capacità degli adulti di sapersi mettere in discussione entrando in dialogo con le nuove generazione, senza volontà di omologarle a come si vorrebbe fossero. Va ricordato che mancano spazi per fare sport per diletto (con varie società sportive che puntano solo ai risultati facendo diventare l’attività per il giovane praticamente un secondo lavoro), si sta inoltre assistendo ad un peggioramento dei pochi eventi per i giovani, come il carnevale Rabadan che ha aumento di molto il prezzo del biglietto con la scusa dell’apparato di sicurezza che però pare abbia fatto acqua, o alla chiusura di ritrovi pubblici come il Bulgary a Mendrisio o il Pasinetti a Gorduno, che offrivano musica dal vivo e un ambiente di svago controllato. Potremmo poi citare il progetto dello skatepark che il Municipio di Bellinzona ha preferito mettere da parte per far posto al posteggio dei Camper, ecc. È una questione di priorità e i giovani devono farsi sentire di fronte a autorità sorde. Quello che servirebbe veramente prima di tutto, è smettere di pensare al divertimento unicamente come fonte di guadagno, ma iniziare a pensarlo come momento di crescita e di socializzazione, importante anche per distrarsi e riacquistare le energie per il lavoro. Perciò è indispensabile soprattutto per i giovani creare degli spazi gestiti dagli stessi giovani, dove possano autodeterminarsi. È ora di cominciare a pensare ai giovani come a delle persone che hanno dei bisogni e dei problemi, non ai giovani come persone che hanno una malattia passeggera chiamata adolescenza!

Francesco Vitali

Partito Comunista

Candidato al Gran Consiglio sulla lista  MPS-Partito Comunista

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