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Il sindacato: “assicurare l’approvvigionamento di base della Posta”!

La pandemia da coronavirus ha dimostrato che la Posta Svizzera e il suo approvvigionamento di base su scala nazionale sono fondamentali per il funzionamento della società e dell’economia svizzera. Tuttavia, la costante pressione sui margini e la crescente complessità stanno causando una contrazione dei profitti. Per il sindacato di categoria, Syndicom, non esiste altra via che revocare il divieto dell’erogazione di crediti e ipoteche per PostFinance. Questo passo, stando al sindacato, salvaguarderà la fornitura di servizi postali e finanziari alla popolazione e tutelerà i posti di lavoro dei dipendenti postali.

La Posta offre i suoi servizi su tutto il territorio nazionale agli stessi prezzi. Per garantire questo approvvigionamento di base su scala nazionale nonostante i margini in calo, sono necessarie aree di business redditizie. L’attuale contesto di bassi tassi d’interesse sta erodendo gli utili della banca postale. Il finanziamento dell’approvvigionamento di base da parte della Posta diventerà sempre più difficile senza che PostFinance versi un dividendo sostanzioso alle altre società del gruppo. Il sindacato quindi lancia l’allarme: la coesione del servizio pubblico della Posta è a rischio. In primavera la Posta Svizzera ha presentato la strategia «La Posta di domani». Per Syndicom, tuttavia, è chiaro che anche il legislatore deve assumersi la propria responsabilità.

Mandato chiaro a favore dell’approvvigionamento di base

I proventi da interessi negativi di PostFinance dimostrano la necessità di revocare il divieto di concedere crediti e ipoteche. A tal fine è necessario portare avanti la revisione parziale della Legge sull’organizzazione della Posta (LOP). David Roth, il segretario centrale responsabile di Syndicom, commenta: «La revisione parziale della LOP è la logica misura regolamentare per garantire che PostFinance possa continuare a contribuire ai risultati del gruppo e a garantire l’approvvigionamento di base a esso assegnato».

Per la necessaria costituzione di fondi propri da parte di PostFinance, il sindacato si attende una garanzia di capitale da parte della Confederazione. Poiché una parziale privatizzazione sperpererebbe il pagamento dei dividendi e metterebbe a repentaglio anche il finanziamento dell’approvvigionamento di base. La trasmissione rapida e sicura di pacchi, lettere, dati, una rete logistica ampliata, un accesso sicuro e accessibile ai servizi finanziari e la fornitura di questi servizi a tutte le fasce della popolazione e a tutte le regioni è fondamentale per lo sviluppo economico e la coesione sociale. Ascoltando ancora il già citato sindacalista: «Alla Posta Svizzera è stato conferito l’approvvigionamento di base, e gli utili di PostFinance lo garantiranno a lungo termine, oltre a salvaguardare migliaia di posti di lavoro dei dipendenti postali». Syndicom si aspetta quindi ora dal Governo federale attui la revisione parziale della LOP con la necessaria urgenza e lungimiranza.

Il Partito Comunista: “via col divieto di concedere prestiti e ipoteche”

Il Partito Comunista svizzero si era già espresso nel mese di giugno in merito alla consultazione della revisione della legge sull’organizzazione della Posta. I comunisti avevano accolto “con favorevole interesse” il fatto che PostFinance potesse essere finalmente autorizzata a concedere anche crediti e ipoteche.

Il Partito Comunista spiega come PostFinance sia “uno dei principali istituti finanziari della Svizzera, detenuto al cento per cento dalla Posta, la quale appartiene a sua volta interamente alla Confederazione (benché essendo una SA accetti le regole del mercato e dunque si orienti alla massimizzazione dei profitti a scapito del servizio pubblico). Tra i diversi ambiti d’attività, l’impresa si occupa in particolare di garantire il servizio universale nel settore del traffico dei pagamenti. Grazie ad esso, la popolazione dispone del diritto d’accedere alle prestazioni di versamento, pagamento e trasferimento sull’intero territorio, che non sarebbero altrimenti pienamente fornite dall’economia privata”.

A causa dell’andamento negativo dei tassi d’interesse (dal quale dipendono i maggiori proventi delle operazioni effettuate dalla banca postale) – spiegano sempre i comunisti – “l’imposizione del divieto di credito e ipoteca contribuisce sempre più a minacciare l’importante servizio prestato da PostFinance. In questo senso, l’accesso a questi mercati concederebbe invero all’impresa maggiori opportunità per preservare il servizio universale, accumulare riserve o versare dividendi finanziando la Posta. Così facendo, si andrebbe in controtendenza rispetto a un processo che ha purtroppo investito la Posta negli ultimi anni, ovvero la cessione delle attività più redditizie ai privati (come la progressiva liberalizzazione del mercato postale) a tutto svantaggio del bilancio dell’impresa pubblica. Portando a rafforzare il servizio pubblico ed a scoraggiare investimenti troppo rischiosi, la revoca del divieto di crediti e ipoteca merita pertanto di venire sostenuta”. E questo perché, stando al Partito Comunista, si sarebbero potuti aprire “degli apprezzabili margini di manovra per promuovere le PMI più virtuose e dei crediti agevolati alle famiglie meno facoltose. Comportando in definitiva un maggiore intervento pubblico nella sfera economica, dove il ruolo dei grandi monopoli finanziari potrebbe venire limitato di conseguenza, sarà insomma necessario che questa nuova prerogativa venga esercitata da PostFinance per stimolare una seria politica creditizia al servizio del Paese”.