Un accordo tra Israele, Giordania e Stati Uniti vuole portare dentro il Waqf, il comitato di gestione chiamato ad amministrare i beni e le proprietà musulmane di Gerusalemme, principalmente le moschee di Al Aqsa e della Roccia, emissari sauditi, con l’esplicito convincimento che possano investire anche nella parte araba della città, contrastando i progetti di solidarietà con i palestinesi messi in campo dalla Turchia, ritenuta troppo vicina alla Cina e alla Russia.
Il quotidiano “Israel HaYom” sostiene la prossimità tra organizzazioni palestinesi e associazioni turche, queste ultime pronte a investire decine di milioni di dollari nella città, anche con l’aiuto del Qatar. Tutto questo mentre il ministro della difesa israeliano Benny Gantz, finto oppositore di Benjamin Netanyahu e ora suo alleato, ha dato ordine al capo dello Stato Maggiore Aviv Kochavi di procedere con il piano di annessione delle terre palestinesi della Cisgiordania.
È la conferma dell’alleanza strategica tra sauditi e israeliani con l’avvallo e l’appoggio degli Emirati Arabi Uniti e del sovrano del Bahrain, despota che non rappresenta i suoi cittadini sciiti, ma è tenuto al potere con i mitra sauditi, contro Turchia e Iran, la seconda ancor più esplicitamente della prima impegnata nella costruzione di un mondo di pace e multipolare.
Tragicamente la Palestina sta diventando un nuovo scenario incandescente dello scontro tra l’imperialismo e le nazioni che immaginano un futuro di pace, con il rischio concreto che il popolo palestinese debba sopportare pesanti privazioni e sofferenze.