La Repubblica Popolare Democratica del Laos è stata una delle nazioni nel sud-est asiatico che ha impiegato più tempo ad essere colpita dalla pandemia (era il 24 marzo scorso), ma l’immediata chiusura del Paese ai viaggiatori esteri, l’isolamento e altre misure di contenimento tempestive ordinate dal governo centrale di Vientiane hanno impedito la diffusione di malattia.
Nessun decesso a causa del Coronavirus!
Dopo 59 giorni consecutivi senza alcun nuovo caso di contagio da COVID-19, e dopo aver dimesso dall’ospedale il 19° ed ultimo paziente affetto dal nuovo coronavirus, senza peraltro registrare alcun decesso, la Repubblica Popolare Democratica del Laos si attesta come primo paese del Sud-est asiatico a potersi dichiarare “libero” dalla pandemia.
Il primo ministro del Paese (che ha una importante vocazione turistica), Thongloun Sisoulith, durante una conferenza stampa, ha definito la situazione una “importante vittoria” ma ha nel contempo avvertito che l’immunità non è ancora garantita. Il dirigente politico ha quindi fatto appello a tutte le istituzioni affinché si continui a lavorare a favore della prevenzione. Ha poi ringraziato le organizzazioni internazionali e i paesi amici per la collaborazione: sono infatti noti i legami del governo di Vientiane con gli altri due paesi socialisti della regione, la Cina e il Vietnam, che pure hanno saputo gestire molto bene il virus.

Un’economia socialista in ascesa
Benché sul piano sanitario debba ancora affrontare una serie di notevoli difficoltà, il Laos si sta notevolmente impegnando a raggiungere uno sviluppo economico il più equo possibile orientato ai bisogni della collettività, come ha chiarito anche l’ultimo Congresso del Partito Rivoluzionario del Popolo Lao, il partito di orientamento marxista-leninista che governa il Paese fin dalla liberazione anti-imperialista avvenuta nel 1975. Un impegno che si dipana anche attraverso progetti di cooperazione pure con la Svizzera e su cui discutono i rispettivi due partiti comunisti.