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USA e UE si stanno accordando sul TTIP. La Svizzera ubbidirà?

TTIP è la sigla del trattato di libero scambio tra UE ed USA che qualche anno fa venne bloccato anche grazie a una un’imponente mobilitazione di organizzazioni politiche e sindacali, movimenti studenteschi, contadini e le associazioni dei consumatori, non solo nei paesi membri della UE ma pure in Svizzera che ne avrebbe recepito comunque le direttive.

Nel nostro Paese si mosse in primis il Sindacato della funzione pubblica VPOD col suo segretario generale Stefano Giger e nel Canton Ticino la Associazione per la difesa del Servizio Pubblico (ASP) diretta da Diego Scacchi e Graziano Pestoni. Sul fronte politico il deputato Massimiliano Ay fu il primo a citare il nome del trattato durante una trasmissione televisiva, e il Partito Comunista organizzò un volantinaggio dedicato al TTIP durante il corteo del Primo Maggio del 2015.

Nel suo documento il Partito Comunista denunciava il fatto che tali trattati venivano negoziati in segreto fra UE e USA per creare un blocco geopolitico offensivo nei confronti dei paesi emergenti, creando un mercato atlantico le cui regole sarebbero state modellate da organismi tecnici sovranazionali sulla base delle esigenze delle multinazionali. I comunisti con lo slogan “Elvezia il tuo governo schiavo d’altrui si rende” accusavano già nel 2015 il Consiglio federale di aver insommma cancellato la sovranità nazionale della Svizzera subendo “passivamente dinamiche prive di reale sicurezza sugli impatti ambientali, sociali e sindacali, rinunciando al benché minimo controllo democratico”.

Sono passati alcuni anni e la destra neo-liberale intende tornare all’attacco: una nuova versione del TTIP sembra stia subendo una improvvisa accelerazione. A fine gennaio, infatti, il Segretario all’agricoltura del governo USA ha incontrato a Bruxelles i commissari europei al commercio, all’agricoltura e alla salute. Sul tavolo, gli accordi commerciali fra le potenze, e soprattutto la guerra dei dazi che da mesi sta agitando i commerci tra le due sponde dell’Atlantico.

Benché al momento non vi sia traccia di impegni concreti sui dazi già imposti da parte di Donald Trump, l’UE sembra già disposta a cedere su un trattato che pone al centro del mirino il principio di precauzione, la base che difende il mercato europeo da molti prodotti nordamericani che non passerebbero nessuno standard in casa nostra, e naturalmente la Svizzera recepirebbe passivamente tutto quanto. In pratica, siamo di fronte a un nuovo tentativo di livellare al ribasso le cosiddette “barriere non tariffarie”, cioè quelle norme europee a tutela di salute e ambiente per forzare l’arrivo sul mercato europeo di prodotti frutto di agricoltura industriale e di OGM, mal mascherati col nome di New Breeding Techniques.

Il governo svizzero intende discutere la sua posizione con i produttori, i sindacati, le associazioni facendo valere la propria sovranità, oppure intende da subito genuflettersi all’UE e quindi agli USA?