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La voce degli studenti in lotta sta circolando nei licei ticinesi

E’ uscito il primo numero per l’anno scolastico in corso de “L’Altrascuola“, la rivista degli studenti in lotta – così si legge nella testata – edita dal SISA, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti, che da oltre 15 anni è protagonista dei movimenti giovanili della Svizzera Italiana. Un numero, quello attualmente in circolazione nelle scuole superiori ticinesi, che lascia presagire però una certa preoccupazione in seno al sindacato studentesco: la tendenza cioè, fra le nuove generazioni,  allo spontaneismo di stampo movimentista, piuttosto che all’organizzazione. Una tendenza, questa, che potrebbe rivelarsi controproducente nell’ottica di dare non solo continuità alle lotte, ma soprattutto sbocchi politici concreti per davvero portare a casa delle conquiste.

Lo chiarisce sia l’editoriale sia, poi lo stesso Zeno Casella, coordinatore del sindacato e uno dei promotori degli scioperi del clima in Ticino, che ci ritorna con un articolo dall’eloquente titolo “Gli scioperi non si organizzano da soli: unisciti anche tu al sindacato!” in cui cita anche un passaggio tratto dal “Manuale del sindacalista studentesco”, il cui autore – l’attuale deputato comunista Massimiliano Ay – scriveva: “Rifiutare la necessità dell’organizzazione significa essere spontaneista e credere che le cose arrivino da sole. Non è un’opinione diversa, è un concetto disfattista e anti-sindacale e come tale non va tollerato”. Casella spiega in particolare come “i movimenti giovanili in Ticino sono stati numerosi e diversi fra loro, ma la maggior parte di essi non è durata più di qualche mese (…): il SISA è invece l’unica struttura sindacale che è stata capace di rinnovarsi e di sopravvivere fino ad oggi dal lontano 2003. L’utilità di quest’organizzazione è apparsa in tutta la sua evidenza nel sostegno dato all’organizzazione dei primi scioperi per il clima e al coordinamento svolto in vista dello sciopero delle donne”.

Accanto alle questioni di politica organizzativa del movimento studentesco, tre sono i temi forti affrontati nelle pagine dell’agile giornalino: anzitutto la nuova griglia oraria del Liceo che il SISA contesta in quanto affrettata e di cui il nostro portale si è già occupato ospitando un contributo del coordinatore Casella (leggi). Altra questione è la problematica degli stage nel settore sociosanitario: “il lavoro va retribuito e gli studenti vanno tutelati” – spiega Sarah Sbabo nel suo articolo. Il problema degli stage professionali non pagati era stato oggetto di un atto parlamentare del Partito Comunista in Gran Consiglio. Gli studenti in ambito sociosanitario e socioassistenziale infatti – si rimarca nell’articolo – “non scelgono il proprio luogo di lavoro, bensì è la scuola a farlo per loro, così questi spesso si ritrovano a dover lavorare in un istituto distante dal loro domicilio e per raggiungerlo sono obbligati a pagare di tasca propria l’abbonamento ai mezzi pubblici”.

Infine Luca Frei affronta il tema del servizio civile preannunciando l’intenzione del sindacato a ricorrere al referendum qualora il parlamento federale dovesse approvare la riforma già passata al Consiglio degli Stati e che rappresenta una discriminazione ai danni degli obiettori di coscienza. “L’obiezione di coscienza è un diritto che ogni cittadino svizzero può far valere in qualsiasi momento. Se un cittadino sviluppa un conflitto di coscienza a scuola reclute terminata, è fondamentale che egli possa far valere i suoi diritti senza essere penalizzato. Questo soprattutto se si considera che l’esercito svizzero continua a dimostrare la sua invalidità, come illustrano i continui abusi sulle reclute”. Non a caso il SISA fin dalla sua fondazione ha aperto uno specifico sportello – SOS Reclute – che ogni anno aiuta tanti coscritti a uscire dalle caserme anzitempo e passare al Servizio civile.

L’appuntamento per gli attivisti studenteschi è intanto a Locarno-Solduno il prossimo 23 novembre quando il SISA ha convocato la sua assemblea ordinaria.