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L’attore Willy Toledo arrestato in Spagna per “blasfemia”. Insorgono i comunisti.

L’attore Willy Toledo è stato arrestato dalla polizia spagnola per essersi rifiutato di presentarsi davanti al giudice, che lo avrebbe dovuto giudicare per una presunta violazione del “sentimento religioso”, cioè sostanzialmente per blasfemia.

L’attore – noto per le sue posizioni repubblicane di aperta critica alla Chiesa – è stato denunciato dall’Associazione Spagnola degli Avvocati Cristiani a seguito di alcuni commenti giudicati irrispettosi verso la religione cattolica (in particolare per aver insultato Dio e il dogma della verginità di Maria) che l’attore aveva espresso su Facebook. Toledo ha commentato che si tratta di una repressione politica degna dell’Inquisizione e si appella alla libertà di espressione.

Il Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE), di cui l’attore è simpatizzante, ha chiesto la sua liberazione immediata e ha pubblicamente sostenuto l’atto di disobbedienza civile di Toledo, il quale rifiuta di riconoscere la legittimità di un reato retaggio dell’ideologia del “nazional-cattolicesimo” del passato regime franchista e che perdura ancora oggi. Il PCPE ha pure condannato l’esistenza del Concordato fra lo Stato spagnolo e il Vaticano.

Pure il più moderato Partito Comunista Spagnolo (PCE) ha subito manifestato solidarietà con l’attore spiegando che la privazione di libertà sia assolutamente sproporzionata da un punto di vista legale e ha riconosciuto il carattere “fondamentalista” della suddetta associazione cattolica.

La mancata separazione fra Stato e Chiesa in Spagna assume quindi ancora oggi un carattere repressivo e ben ci fa capire l’importanza di rivendicare la neutralità religiosa dello Stato e la laicità, come avvenuto alle nostre latitudini nel Canton Ginevra.

In Ticino per contro la Costituzione riconosce due confessioni – quella cattolica e quella evangelica – attribuendo loro la personalità di diritto pubblico. Contro questa situazione è partita recentemente una raccolta firme: l’iniziativa popolare Ticino Laico chiede infatti la laicità delle istituzioni e la fine dei privilegi (anche finanziari) delle chiese.