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I socialisti portoghesi si alleeranno ancora ai comunisti?

In Portogallo il Partito Comunista Portoghese (PCP) e il Blocco di Sinistra (BE) stanno sostenendo il governo del Partito Socialista da qualche anno ma la situazione appare oggi contraddittoria. Il tentativo dei socialisti di ottenere l’appoggio della destra su temi strutturali del programma, sta creando malumori a sinistra dove si temono compromessi al ribasso. Senza contare la riforma del lavoro che sta suscitando l’oppozione netta dei sindacati riuniti nella CGTP: pare assurdo ma il PS portoghese al posto di consolidare un blocco di consenso a sinistra pare voglia iniziassi la potente centrale sindacale.

La sinistra contesta ai socialisti anche una situazione di sottoinvestimento nella sanità, dove non mancano situazioni di deterioramento delle condizioni, e nell’educazione, con i docenti – molti dei quali elettori socialisti – che stanno scioperando da settimana. Il PCP e il BE stanno alzando il tiro nelle negoziazioni con gli alleati socialisti affinché l’esperienza di governo possa continuare ma a vantaggio dei lavoratori e delle fasce popolari, soprattutto ora che si dovrà presto votare il prossimo preventivo dello Stato.

“Impieghi, diritti e sovranità”

E’ vero che il PS negli ultimi giorni sta mostrano una certa disponibilità a continuare l’alleanza dopo le elezioni legislative del 2019, ma profondo imbarazzo ha suscitato il numero due al governo per i socialisti, il quale non ha avuto migliore idea di proporre che nell’accordo di governo per la prossima legislatura vi sia anche la questione dell’Unione Europea e della NATO: notoriamente due temi che spaccherebbero l’intesa di sinistra, essendo i comunisti ostili a entrambe queste strutture imperialiste e militariste. Le trattative insomma sono ancora in corso, ma i comunisti portoghesi continuano a dimostrare grande responsabilità nei confronti della nazione e dei lavoratori, pur rimarcando le decisioni errate che la socialdemocrazia non deve più assumere.