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Religione a scuola. Il compromesso con la Chiesa non soddisfa gli studenti.

La prossima sessione del Gran Consiglio del Cantone Ticino affronterà l’annosa questione della lezione di religione nella scuola pubblica ticinese. Ad anticipare il dibattito parlamentare ci hanno però pensato due associazioni e un sindacato, che hanno voluto promuovere una serata di dibattito nel comune di Paradiso presso Lugano.

Si tratta dell’Associazione Incontro Democratico (fondata una decina di anni fa per unire la corrente radicale del PLR con il PS) presieduta dall’ex-sindaco di Locarno Diego Scacchi, dell’Associazione dei Liberi pensatori, sodalizio che promuove i valori del laicismo e del pensiero razionale, guidata dal docente Giovanni Barella e infine del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), unica struttura studentesca ticinese organizzata sindacalmente, rappresentata da Zeno Casella.

Fra il pubblico, composto perlopiù di liberi pensatori, anche due parlamentari: l’esponente del PLR Matteo Quadranti e l’esponente del Partito Comunista Massimiliano Ay. Il primo favorevole alla lezione non confessionale, il secondo per l’abolizione dell’articolo 23 della Legge della scuola che riguarda l’educazione religiosa.

Oltre al già citato sindacalista studentesco Zeno Casella – che è pure consigliere comunale del Partito Comunista a Capriasca – prendevano posto al tavolo dei relatori don Rolando Leo, delegato della Diocesi cattolica e insegnante di religione, e il ministro dell’educazione Manuele Bertoli. Moderatore della serata era il giornalista de “LaRegione” Ivo Silvestro.

Bertoli ha difeso la necessità di conoscere il fenomeno religioso e ha chiarito che dopo lunga trattativa, si è raggiunta la disponibilità da parte della Curia di ritirarsi dal quarto anno di scuola media per lasciare spazio a un corso di storia delle religioni, trattata in maniera non confessionale e che quindi sarà obbligatoria. Secondo il ministro tale lezione darà spazio anche alla non-religiosità. Dal canto suo don Leo si è detto soddisfatto del compromesso raggiunto: “il vescovo ha deciso e quindi siamo soddisfatti” ha dichiarato!

Critico invece Casella per il fatto che per tre anni su quattro permane la lezione confessionale diretta dalle Chiese: certo esso viene limitato ma la Curia ha dettato i suoi interessi sulla scuola che dovrebbe invece essere laica. Negativo anche il parere sulla lezione di storia delle religioni: l’obbligatorietà imporrebbe un aumento del carico di lavoro agli allievi 14enni già sovraccarichi e inoltre non piace al sindacato studentesco la tendenza a frammentare l’insegnamento in micro-materie che porta a destoricizzare il fenomeno religioso. Sulla medesima linea del SISA anche Giovanni Barella ed Edy Bernasconi, esponenti dei Liberi Pensatori, che hanno ricordato come la scuola deve basarsi su elementi scientifici e non su credenze.