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Geopolitica multipolare e il ruolo della gioventù. Presente pure una delegazione svizzera.

La Seconda Sessione di discussione al Congresso dell’Unione Mondiale dei Giovani contro l’Imperialismo (WAYU) si è svolta a Istanbul, presso la sala del consiglio comunale di Sisli. All’evento hanno preso parte 25 organizzazioni da tutto il mondo, perlopiù asiatiche, ma non mancava una delegazione svizzera.

La tematica generale riguardava il declino del mondo a egemonia unipolare. Si sono affrontate questioni riguardanti le possibilità di sconfiggere l’imperialismo, il ruolo delle nazioni oppresse e i principi della cooperazione internazionale in un nuovo mondo multipolare, ma anche i modi in cui gli anti-imperialisti debbano organizzarsi tra loro, nonché il loro approccio alle grandi sigle internazionali che vanno dall’ONU alla NATO, dai BRICS alla Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.

Giulio Micheli (PC Svizzera)

Partecipavano alla discussione quattro relatori: dalla Federazione Russa e per il partito Rodina Vladimir Laktiushin; dall’Argentina e per il movimento Patria para Todos Facundo Escobar; dalla Turchia per l’Unione della Gioventù di Turchia (TGB) Elif Ihlamoglu; dall’Iran e per il movimento Besic interveniva invece Someyeh Sarafrazmer. A presiedere i lavori Giulio Micheli, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista svizzero, che ha presentato la sessione di lavoro introducendo un punto di vista elvetico ed europeo sulle questioni sopracitate, menzionando la particolare situazione della Confederazione e delle sue relazioni con Unione Europea e NATO e suggerendo che la neutralità svizzera possa essere un intelligente strumento per favorire il dialogo e la cooperazione multipolare tra le nazioni del mondo.

Micheli ha denunciato soprattutto il clima di russofobia che serpeggia in Europa a tutto vantaggio dell’imperialismo americano e a detrimento della costruzione di un polo eurasiatico. E’ stato sottolineato altresì l’impegno dei comunisti per una Svizzera che possa svincolarsi da una dipendenza ideologica ed economica dal blocco atlantico e che invece possa orientarsi verso cooperazioni di tipo win-win al di fuori dell’Europa, senza più principi economici di sfruttamento coloniale.

Micheli ha in seguito dato la parola al delegato russo, che si è soffermato sull’importanza della solidarietà nella lotta all’imperialismo tra le varie nazioni, sottolineando ad esempio la storica amicizia tra il popolo russo e quello turco e felicitandosi per l’implementazione della collaborazione tra partiti russi e turchi. Laktiushin ha proseguito affermando che attualmente in Russia il Presidente Vladimir Putin è una garanzia imprescindibile contro l’imperialismo americano e per la costruzione di un mondo multipolare, annunciando in contemporanea la schiacciante vittoria dello stesso alle elezioni presidenziali i cui risultati stavano arrivando giusto in quel momento.

Il delegato argentino ha dal canto suo esordito affermando che – essendo cambiata la fase storica – la Turchia può ricollocarsi geopoliticamente contro l’imperialismo e a favore di un’unione eurasiatica. Un tipo di unione che dovrebbe far leva sulle importanti esperienze economiche che ci giungono oggi come alternative a guida cinese, come la Nuova Via della Seta o l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Escobar ha accusato le rivoluzione colorate e le primavere arabe di essere in ultima analisi una manifestazione dell’ingerenza imperialistica in paesi non allineati. Questi tentativi imperialisti sono compiuti anche in America Latina ed infatti la lotta a fianco del Venezuela, della Bolivia e dell’Ecuador in quanto realtà socialiste e di un mondo multipolare diventa centrale in questa fase.

La delegata turca, Elif Ihlamoglu, si è soffermata sulla presunta invincibilità dell’imperialismo, affermando invece che stiamo assistendo ad una fase in cui quest’ultimo sembra star perdendo potere a favore del sorgere di un’Eurasia improntata al multipolarismo. Ihlamoglu si è ricollegata al precedente intervento puntando sulla collaborazione tra il blocco eurasiatico e l’America Latina nella comune lotta contro le ingerenze statunitensi, una lotta che deve essere comune nonostante le possibili differenze ideologiche tra organizzazioni di vari paesi. L’obiettivo comune mette quindi in secondo piano le altre questioni e il Congresso del WAYU ne è stato l’esempio concreto. Si è poi sottolineata anche l’importante contributo dei compagni turchi nel favorire il dialogo tra Turchia e Siria in questa delicata fase internazionale.

Ha chiuso il ciclo di interventi la delegata iraniana dell’organizzazione Besic Someyeh Sarafrazmer, che ha insistito nel mostrare un Iran sviluppato, in cui il ruolo e la motivazione della gioventù costituiscono importante esempio di unità nazionale e di lotta all’imperialismo e al sionismo.

Giulio Micheli in conclusione si è voluto ricollegare a quest’ultimo contributo aggiungendo che in Europa la Repubblica Islamica dell’Iran è purtroppo particolarmente demonizzata dalla stampa e questa è una manifesta arma neo-coloniale per scongiurare l’unione eurasiatica e l’emergere di un mondo multipolare. La sessione è terminata con una costruttiva discussione aperta sul ruolo dell’Iran nel sostegno alla lotta partigiana del popolo yemenita contro la barbara aggressione dell’Arabia Saudita.