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Gli anti-imperialisti denunciano: “il Kurdistan sarà un secondo Stato di Israele”!

Dopo il rifiuto della sinistra turca, di cui abbiamo riportato in questo articolo, ora anche l’Unione Mondiale della Gioventù Anti-imperialista (WAYU) ha diramato una nota in cui afferma di non riconoscere l’esito del referendum svoltosi nel territorio autonomo curdo dell’Irak. “Questo Kurdistan sarà un secondo Israele” affermano perentori i giovani anti-imperialisti, che spiegano: “nonostante venga dipinto come un’esercizio del diritto all’autodeterminazione, si tratta in realtà di un’iniziativa che danneggerà i popoli della regione, a tutto vantaggio degli Stati Uniti e di Israele”.

Il leader curdo Barzani con il presidente israeliano Netanyahu

Il WAYU è un sodalizio creato nel 2014 a Istanbul e riunisce i giovani della Lega Operaia del Libano, la Gioventù Rivoluzionaria siriana, i giovani del Partito del Lavoro messicano, i giovani comunisti svizzeri, ecc. Benché Washington non sostenga ufficialmente tale referendum secessionista, la matrice atlantica appare evidente, non solo perché l’Irak è stato invaso per ben due volte indebolendone l’integrità territoriale, ma anche perché i peshmerga curdi sono da sempre stati riforniti di armi dall’esercito statunitense. La Casa Bianca, inoltre, non fa mistero dei legami positivi che intercorrono con il leader dell’entità curdo-irakena Massud Barzani. Il regime di Israele, dal canto suo, ha invece esplicitamente sostenuto la necessità di spartire l’Irak: non è un caso se le bandiere sioniste e quelle curde vengono sventolate assieme in numerosi eventi pubblici.

La solidarietà curdo-sionista in piazza

L’idea del Kurdistan non è nuova: da almeno trent’anni l’imperialismo occidentale sta lavorando per balcanizzare gli stati nazionali del Medio Oriente. I territori che vengono adocchiati e dove si sviluppano i movimenti secessionisti sono, infatti, “stranamente” quelli più ricchi di materie prime. Il WAYU però è sicuro: “la congiuntura politica dimostrache questo tentativo fallirà”, poiché la reazione delle nazioni sovrane (Iran, Siria e Turchia) unite contro la balcanizzazione è stata immediata. Verosimilmente anche la Russia e la Cina non tollereranno che l’unità nazionale dell’Irak venga sacrificata e gli altri popoli che dovrebbero ora vivere nel nuovo “Kurdistan”, arabi e turcomanni in modo particolare, non accetteranno facilmente il diktat etno-centrico che si sta venendo a creare.