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La socialdemocrazia tedesca ancora di più stretta all’Unione Europea: Martin Schulz eletto presidente della SPD

uz_februar17In Germania “Unsere Zeit” è conosciuto come un ormai longevo settimanale socialista edito dal Partito Comunista Tedesco (DKP). Nell’edizione uscita lo scorso 3 febbraio 2017 ha ospitato un duro editoriale di Klaus Wagener sulla scelta del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) di eleggere alla propria testa l’eurodeputato Martin Schulz. “Egli rappresenta come nessun altro la burocrazia di Bruxelles furiosamente orientata al mercato e alle misure di risparmio” sentenzia l’editoriale, prima di addentrarsi in una veloce cronologia delle principali svolte liberali della SPD.

Paragonare Schulz a un Jeremy Corbyn che nel Labour inglese sembra voler spingere verso sinistra, è del tutto fuori luogo spiega il giornalista, che anzi avverte la base della sinistra tedesca a non credere alle illusioni che arrivano dalla SPD: Schulz è infatti concorde con un’agenda politica che vuole un’Unione Europea dominata da Berlino ancora più forte, basata sull’impoverimento di massa e del superamento di ogni sovranità popolare.

spd_sedeLa SPD – spiega l’articolista della “Unsere Zeit” – non è più quella di un tempo. Dal partito operaio e anti-capitalista che nel 1912 si riuniva a Basilea con gli altri partiti socialisti per sostenere la pace, solo due anni dopo si trasformò in partito “social-sciovinista” favorevole ai crediti di guerra mandando al massacro milioni di giovani lavoratori. Dopo la resistenza contro la dittatura hitleriana, la SPD è poi diventato il partito del “prussiano” Kurt Schumacher che – nemmeno fatto in tempo ad essere liberato dal campo di concentramento di Dachau – riorienta fieramente il partito non contro i nazisti (ampiamente riciclatisi nell’amministrazione tedesco-occidentale) ma contro i comunisti descritti come “fascisti laccati di rosso”.

E quello che è avvenuto dopo il 1989 è stato il venir meno anche del riformismo tipicamente socialdemocratico, con personaggi come Gerhard Schröder che con la loro “terza via” hanno spalancato le porte al neo-liberismo. Schulz è in perfetta continuità con tutto ciò, aggiungendovi se possibile anche un filo-atlantismo più intenso.