In corsa per l’energia pulita: la Cina punta sulla fusione nucleare

Si parla molto di energia nucleare di questi tempi. Il popolo svizzero ha preferito non accelerare i tempi di smantellamento delle sue centrali nucleari, ma a tappe un po’ più lente l’uscita della Confederazione dall’era atomica è decisa. Intanto è la Repubblica Popolare di Cina che si dimostra una volta ancora all’avanguardia: non solo dal lato economico, ma anche sul fronte energetico.

I ricercatori dell’istituto cinese di fisica di Hefei sono riusciti infatti nei giorni scorsi a portare l’idrogeno a una temperatura di 49,9 milioni di gradi mantenendola per 102 secondi. Si tratta di una temperatura di quasi tre volte quella che si trova nel nucleo del sole. La notizia (resa nota con questo comunicato) ha una sua importanza per la comunità scientifica, poiché è proprio partendo da questo tipo di esperimenti che si potrà costruire un reattore per la fusione nucleare (contro gli attuali basati sulla fissione nucleare): in pratica a tali temperature altissime gli atomi di idrogeno possiedono sufficiente energia per la loro fusione in elio producendo una quantità di energia molto elevata.

L’obiettivo finale degli scienziati cinesi è quello di riuscire a riscaldare l’idrogeno fino ad una temperatura di 100 milioni di gradi Celsius per mille secondi. Se riuscissero in questa missione la realizzazione di un reattore in grado di produrre energia pulita in una quantità commercialmente sostenibile sarebbe un po’ più vicina.