/

I comunisti denunciano: operai rumeni sfruttati producono per l’esercito svizzero.

Stando a un reportage della televisione della Svizzera francese un’azienda italiana che ha delocalizzato la produzione in Romania per poter approfittare di manodopera più a buon mercato, ha ricevuto l’appalto dall’esercito svizzero per la fornitura di scarponi militari. Stiamo parlando di 80’000 stivali prodotti da operai pagati 300 franchi al mese, un salario troppo basso persino in Romania.

2016-06-05_sinistra-ch_GC-bannerLa prima reazione politica è stata quella della Gioventù Comunista che così ha commentato la notizia: “non soltanto c’è da biasimare l’esercito svizzero che, in quanto acquirente di oltre 80mila scarpe (con un ordine continuo di 20mila nuove paia all’anno), detta le sue esigenze per il prezzo senza un minimo di responsabilità sociale. Ma un’altra questione risalta in questa storia: eccolo qui il famoso l’esercito che crea posti di lavoro in Svizzera e che addirittura aiuterebbe le piccole imprese svizzere con le proprie ordinazioni”. Un motivo in più di imbarazzo per i vertici della destra militarista.

I giovani comunisti chiedono non solo l’intervento del Consiglio federale “per mettere fine a questa vergognoso caso di sfruttamento dei lavoratori da parte dell’esercito”, ma ribadisce pure l’invito ai propri coetanei chiamati alle armi di “non diventare complici del militarismo aziendalistico svizzero”.