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I giovani comunisti cinesi devono imparare dagli errori sovietici. Pechino critica Gorbaciov.

Zhang Shuhua, direttore dell’Istituto di Studi sull’Informazione all’Accademia Cinese di Scienze Sociali, ha invitato la Lega Comunista Giovanile della Cina di imparare dall’esperienza del Komsomol sovietico, ovvero della Gioventù Comunista della ex-Unione Sovietica, per evitare di commetterne i medesimi errori nel processo di riforme in atto nel gigantesco paese asiatico.

Non mancano critiche rivolte agli ex-leader sovietici Leonid Brezhnev e Michail Gorbaciov: il primo visto come un revisionista del marxismo-leninismo che ha favorito la corruzione e il clientelismo, il secondo come un liquidatore che ha trasformato il Komsomol in varie agenzie capitalistiche per il commercio estero aprendo di fatto le porte alla sconfitta dal socialismo e alla fine della stessa URSS. Interessante come il dirigente cinese esorti invece i giovani del suo Paese a prendere spunto da quel periodo della storia sovietica che in Occidente viene spesso definito come buio, ossia l’epoca di Josif Stalin.

Studenti cinesi sventolano la bandiera della Lega della Gioventù Comunista
Studenti cinesi sventolano la bandiera della Lega della Gioventù Comunista

L’Unione Giovanile Leninista dell’URSS in effetti – secondo Shuhua – “giocò per un lungo periodo un ruolo attivo nel mobilitare i giovani per prendere parte agli affari pubblici, allo sviluppo economico e ai servizi sociali”, e questo anche perché “l’Unione Sovietica attribuiva grande importanza al comunismo, al patriottismo e al collettivismo”. Ma nell’ultima fase dell’URSS invece, “la cura della gioventù videro un tendenziale indebolimento e del lassismo. Il favoritismo prevalse nel sistema educativo. La corruzione e la vita lussuosa dei figli dei dirigenti di alto livello offuscarono severamente l’immagine” spiega Shuhua.

Con il declino gorbacioviano poi “il numero dei membri della Lega della Gioventù cominciò a diminuire. I giovani avevano un punto di vista passivo verso l’idea comunista e le organizzazioni giovanili non governative anti-comuniste cominciarono a crescere velocemente.

Nella prospettiva dell’occidentalizzazione, alcuni dirigenti della Lega della Gioventù o si impegnarono negli affari o si accontentarono dei propri privilegi” tanto è vero che le statistiche della fine degli anni ’90 mostrano che gli ex dirigenti della Lega della Gioventù rappresentavano il 17% dell’élite economica russa.

Shuhua loda poi l’attuale presidente russo Vladimir Putin, il quale “per fare fronte alle forze liberali, Putin ha cominciato a resuscitare le tradizioni sovietiche”: sono state infatti fondate organizzazioni della gioventù, campi estivi giovanili e ravvivati i programmi dei tempi staliniani: “quando la Lega Sovietica della Gioventù era dedita al patriottismo e alla partecipazione, rappresentava un’enorme fonte di passione e di creatività. Ma quando si distaccò dalla gioventù e dalla gente, perse la propria direzione e la propria vitalità. La storia della Lega Sovietica della Gioventù offre un ricco esempio politico, che vale la pena analizzare e studiare” conclude l’intellettuale cinese rivolto ai giovani comunisti del suo paese.