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Arabia Saudita e PKK: accordo contro Damasco?

L’Arabia Saudita sarebbe in contatto con i vertici del PKK (il Partito dei Lavoratori del Kurdistan), allo scopo di offrire finanziamenti in funzione anti-siriana.

Gli USA definiscono i separatisti curdi come le proprie "ground forces" in Siria!
Gli USA definiscono i separatisti curdi come le proprie “ground forces” in Siria!

Secondo il quotidiano libanese As Safir – che cita fonti vicine ai separatisti – il regime della famiglia al-Saud vorrebbe garantire il proprio supporto alle milizie curde, a patto che esse continuino ad intralciare l’esercito siriano, impegnato ormai da anni nella riconquista del paese contro le forze terroristiche. Le discussioni sarebbero in corso da diverso tempo tra le due parti.

Gli scontri tra l’esercito regolare siriano e le milizie curde si sono accesi il 16 di agosto nella cittadina di Hasakah, nel nord-est del paese, a seguito di un tentativo – da parte dei separatisti – di occupare tutta la zona, che era precedentemente condivisa tra le due fazioni.

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Militari USA in Siria indossano divise con le insegne delle milizie separatiste curde

Il ruolo delle milizie curde, nel nord della Siria, è sempre più controverso, e sembra dipendere ogni giorno di più dagli interessi strategici delle potenze che maggiormente li sostengono: gli Stati Uniti in primis, di cui l’Arabia Saudita è – non a caso – fedelissimo alleato, notoriamente molto attivo nel conflitto siriano, con la finalità di spodestare il leader siriano Bashar al-Assad. Washington ha a più riprese definito le milizie curde come le proprie “ground forces” [truppe di terra] in Siria, e forse speciali statunitensi operano da tempo a stretto contatto con i militanti separatisti.

È lecito supporre che gli Stati Uniti puntino a ripetere l’esperienza già svolta in Iraq con le milizie curde locali, capeggiate da Masoud Barzani, facendone la propria testa di ponte nel paese, nell’ottica di una frammentazione della Repubblica Araba di Siria.